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Leone XIV e quello strano legame con Pavia

by La Redazione
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Roma, 16 mag – Giovedì 8 Maggio 2025, alle 18:11, dal comignolo della Cappella Sistina si è levata, tra le preghiere e l’entusiasmo della folla e dei telespettatori, la tanto attesa fumata bianca. Contro ogni pronostico è stato eletto al Soglio Pontificio il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, che si è imposto il nome di Leone XIV. Inaspettato l’eletto e inaspettato il nome, in netta controtendenza rispetto alla tradizione (si fa per dire) post-conciliare. L’ultimo Sommo Pontefice a fregiarsi del nome di Leone fu, nel 1878, il laziale Gioacchino Pecci, Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum.

Il primo papa agostiniano

Papa Prevost, primo vescovo di Roma proveniente dall’America Settentrionale, è d’origine italiana, francese e spagnola. Ed è anche il primo agostiniano a sedere sulla cattedra di Pietro. Nell’orazione pronunciata dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro il primo papa agostiniano si è richiamato al grande santo, dottore della Chiesa e vescovo di Ippona. Definendo se stesso “figlio di Sant’Agostino”.

Lo stemma scelto dal neoeletto Romano Pontefice, sormontato dalla mitra episcopale, come quelli dei predecessori Benedetto XVI e Francesco I, e non dalla tiara propria del “Vicario di Cristo sulla Terra”, è accompagnato dalla frase in latino “in illo uno unum“, che significa pressapoco “in Lui, cioè Cristo, che è uno, tutti i cristiani sono in unità”, è un’altra citazione dell’Ipponate.

Una devozione profonda quella del nuovo papa per Sant’Agostino di Ippona. I cenni biografici e le opere del santo sono note per lo più al grande pubblico. E sono materia di studio nei programmi di filosofia nei licei e negli atenei italiani. Meno nota al grande pubblico, invece, l’ubicazione della tomba di Sant’Agostino. L’autore de le Confessioni riposa nell’Arca di Sant’Agostino, meraviglioso capolavoro dell’arte gotica tardo medioevale, sull’altare maggiore della chiesa, capolavoro dell’arte romanica, San Pietro in Ciel d’Oro, nella città lombarda di Pavia.

Pavia, capitale longobarda

Sapete come ci è arrivato? E’ noto a tutti che Agostino fosse un filosofo latino di tradizione pagana. i convertì al cristianesimo grazie all’incontro con un altro grande santo Dottore della Chiesa, Sant’Ambrogio, arcivescovo di Milano. Pavia e Milano sono vicine, ma l’Ipponate non vide mai, da vivo, la città che sorge sulle rive del fiume Ticino, vi giunse da morto.

Infatti Pavia fu per quasi duecento anni capitale del Regno Italico dei Longobardi, popolazione germanica chiamata dai bizantini per combattere i goti. E che poi divenne nemica dell’Impero di Costantinopoli. Quello che gli storici considerano il più grande tra i monarchi longobardi, Liutprando, spese una somma forte per acquistare da mercanti sardi la salma del santo, trasportandola a Pavia, dove rimase. E dove, più tardi venne tumulata nell’arca marmorea.

Il Re Liutprando è sepolto nella stessa magnifica basilica, a pochi metri dall’altar maggiore, unica salma di un re longobardo rimasta dopo il crollo del regno longobardo seguito all’invasione dei Franchi guidati da Carlo Magno nel 774. La basilica fu, molti secoli dopo, maltrattata da un’altra invasione venuta dalla Francia, quella di Napoleone, sotto il cui governo San Pietro in Ciel d’Oro venne trasformata in un pollaio e in una stalla, ma Sant’Agostino restò lì al suo posto.

Leone XIV e il santo protettore

Tornando all’attualità, il 24 Febbraio dell’anno scorso, 2024, l’allora cardinale Prevost, insignito della porpora pochi mesi dopo dal suo predecessore Papa Francesco, visitò la Basilica e la Salma del suo santo protettore. Pochi minuti dopo la sua prima apparizione su tutte le pagine social dei devoti pavesi e sulle pagine locali di informazione circolava l’immagine di Sua Santità Papa Leone XIV, nelle vesti cardinalizie, accompagnato nella Basilica romana in cui l’Ipponate riposa dal segretario del vescovo di Pavia Monsignor Corrado Sanguineti.

È in programma una visita del Santo Padre a Pavia? Difficilmente nell’anno in corso, avendo il Giubileo a cui pensare, ma tutti i pavesi guardano con attenzione al Vaticano, e clero e fedeli della Diocesi di Pavia, attendono speranzosi la visita di Papa Leone XIV. Del resto un altro papa molto devoto a Sant’Agostino, Benedetto XVI, visitò la città nel 2007 proprio per venerarne le spoglie. E proprio in quel frangente l’allora vescovo di Pavia, Monsignor Giovanni Giudici, elevò Sant’Agostino a patrono della città e della diocesi accanto a San Siro Vescovo.

Riccardo Frattini

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