Home » Leone XIV, il primo Papa americano: una prudente solidità

Leone XIV, il primo Papa americano: una prudente solidità

by Sergio Filacchioni
0 commento
Papa

Roma, 9 mag – La fumata bianca ha sorpreso molti: il nuovo Pontefice, eletto al termine di un Conclave relativamente rapido, è Robert Francis Prevost, cardinale statunitense e prefetto del Dicastero per i Vescovi sotto Papa Francesco. Con il nome di Leone XIV, ha scelto un richiamo importante, non privo di suggestioni storiche, che sembra voler evocare una certa sobrietà dottrinale e un ritorno a forme più istituzionali del papato.

Il primo Papa americano

Si tratta del primo Papa americano della storia, fatto già di per sé epocale. A dispetto di quanto in passato si riteneva — che un passaporto statunitense fosse un ostacolo per via dell’eccessiva identificazione con la superpotenza a stelle e strisce — Prevost ha evidentemente superato questa barriera, grazie anche alla sua lunga esperienza missionaria in America Latina. Anni vissuti tra i poveri del Perù, che ne hanno temperato il profilo da curiale nordamericano, rendendolo, agli occhi di molti, una figura di sintesi tra il Sud globale e le strutture centrali della Chiesa. La scelta del nome Leone XIV non è solo inedita (l’ultimo Leone, il XIII, è considerato il padre della “Dottrina sociale della Chiesa”), ma anche indicativa. Da un lato, richiama un’epoca di riforma dottrinale solida ma misurata; dall’altro, non potrà che incontrare il favore dei tradizionalisti, per via dell’eco storica di Leone Magno, il pontefice che affrontò Attila e difese Roma non solo con la fede, ma con l’autorità del ruolo. Un nome che evoca quindi fermezza, ordine e centralità della figura papale in tempi di incertezza ecclesiale. In questo senso, la scelta di Leone XIV potrebbe prefigurare un ritorno al munus petrinum in senso più pieno e visibile, con un Pontefice che intende recuperare il peso pubblico e sacrale del suo ufficio, anche attraverso i gesti e la liturgia. Non a caso, al momento della prima apparizione, il nuovo Papa ha optato per le vestizioni tradizionali, indossando la mozzetta rossa e la stola pontificia con un rigore cerimoniale a cui Francesco ci aveva disabituato. Un piccolo gesto, ma simbolicamente rilevante.

Una figura di continuità moderata

Prevost è considerato un uomo di fiducia di Francesco, ma non privo di un suo stile distinto. Come prefetto dei Vescovi, ha avuto un ruolo cruciale nella nomina di nuovi pastori — spesso vicini alla linea bergogliana, ma con tratti di maggiore sobrietà e rigore pastorale. Il suo lavoro è stato apprezzato anche da ambienti ecclesiali più tradizionalisti, che vi hanno visto una certa volontà di mediazione, pur nel solco delle riforme. Tuttavia, non sono mancate le ombre. Alla vigilia del Conclave, alcuni media conservatori — in particolare spagnoli — hanno riportato presunte accuse di insabbiamento in casi di abusi da parte di sacerdoti legati al suo passato negli Stati Uniti e in Perù. Accuse che Prevost ha fermamente respinto, e che al momento non hanno portato ad alcuna incriminazione formale. L’elezione da parte del Collegio cardinalizio suggerisce che la questione non sia stata ritenuta ostativa.

Un equilibrio da costruire

Ora si apre per Leone XIV una fase delicata. Dovrà tenere insieme le attese di una Chiesa in trasformazione, in cui le spinte centripete sono tutt’altro che sopite: dal sinodo tedesco ai fermenti nel mondo africano, dalle tensioni dottrinali al nodo della diplomazia vaticana, oggi più fragile che in passato. Il suo stile, più sobrio e meno mediatico rispetto al predecessore, che già dalla prima apparizione aveva fatto della sua sobrietà un’ostentazione, potrebbe rivelarsi un vantaggio. Resta da vedere se saprà mantenere l’equilibrio tra le diverse anime della Chiesa cattolica, e se il suo pontificato inaugurerà una stagione di più forte identità istituzionale, senza rinunciare del tutto al percorso di apertura pastorale tracciato da Francesco. Per ora, l’impressione è quella di una scelta prudente ma solida, che restituisce al papato un volto più composto, senza per questo voltare le spalle alla linea tracciata su un mondo ecclesiale sempre più globale e complesso.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati