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L’Eternauta, tra fantascienza e politica

by Roberto Johnny Bresso
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Roma, 31 mag – Mi sono occupato recentemente di come le serie tv di fatto abbiano fagocitato il cinema, però a volte danno anche la possibilità di far scoprire al grande pubblico prodotti magari più di nicchia. È il caso della nuova serie targata Netflix, vale a dire L’Eternauta, produzione argentina tratta dall’omonima graphic novel.

Un viaggiatore del tempo…

Nel 1957 a Buenos Aires, il giornalista e fumettista Héctor Germán Oesterheld, in collaborazione con il disegnatore Francisco Solano López, pubblicò a puntate sulla rivista Hora Cero la storia che diventerà un capolavoro assoluto non solo del genere fantascientifico, vale a dire L’Eternauta (El Eternauta, in originale). Siamo nella seconda metà del XX secolo e, nella casa di Buenos Aires di un fumettista argentino (l’alter ego dello scrittore), si presenta tale Khruner, che si qualifica come un viaggiatore del tempo che da secoli vaga alla ricerca del  suo tempo e del suo mondo.

Khruner racconta allo scrittore che, in seguito ad una nevicata di origine aliena, la popolazione di Buenos Aires (e della Terra tutta) è stata decimata. E, da allora, è iniziata una sorta di resistenza umana agli alieni. In seguito ad un tentativo di boicottaggio su un’astronave, egli è entrato in una sorta di macchina del tempo. Da quel momento, non smette di viaggiare tra tempo e luogo.

La serie a puntate terminò nel 1959, riscontrando un successo sempre più crescente di critica e di pubblico. Nel 1969 la saga venne riscritta ampliandone i riferimenti politici sottintesi. In particolare una dura critica all’imperialismo degli Stati Uniti e, di fatto, anticipando il futuro golpe di Jorge Rafael Videla. La versione, questa volta disegnata magistralmente da Alberto Breccia, viene considerata a tutt’oggi come quella migliore e più completa. Nel 1975 Oesterheld iniziò a scrivere un secondo ciclo della storia, ancora più schierato contro l’imminente cambio di regime. Purtroppo lo stesso autore venne rapito  da una squadra armata nell’aprile del 1977. Trasferito in uno dei famigerati centri di detenzione, si crede che venne assassinato nel 1978. Medesima tragica sorte fecero anche le sue quattro figlie. Il fumetto invece arrivò in Italia, sempre a puntate, sulla rivista Lanciostory nel 1977.

L’Eternauta: la serie tv

Nonostante l’idea di portare L’Eternauata sullo schermo albeggiasse da parecchi anni, la storia era considerata praticamente non trasponibile, a causa della complessità della trama e dei riferimenti specifici alla politica argentina. Ora ci ha pensato però Netflix, decidendo coraggiosamente (persino a loro ogni tanto riesce qualche sussulto rivoluzionario) di non trasportare l’azione negli Stati Uniti, ma di lasciarla nella capitale argentina. L’Eternauta per il piccolo schermo viene così ideata e diretta da Bruno Stagnaro. Con il dichiarato compito di perpetuare e tramandare la memoria e l’opera di Oesterheld. Spostando però i fatti ai giorni nostri, affidandosi come protagonista all’attore argentino Ricardo Darín, conosciuto anche al grande pubblico internazionale.

La prima stagione si compone di sei puntate (già rinnovata per una seconda di otto), oggettivamente troppo poche per capire come si svilupperà il prodotto (e qui torniamo al solito problema della serialità, che costringe a “stare in ballo” anni, con magari storie che iniziano in un modo, per poi finire in un altro…), ma sicuramente la messa in scena è di alto livello. La nevicata silenziosa è di impatto e da brividi e lo deve essere ancora di più per un argentino, visto che tale fenomeno a Buenos Aires è molto più che rarissimo, come lo è tutta l’attesa per sapere cosa stia capitando, prima che finalmente gli alieni (o, almeno, la loro bassa manovalanza) si rivelino in tutto il loro orrore.

Per ora i riferimenti politici sono appena accennati nel finale di stagione, con la maggioranza dei sopravvissuti che hanno subito un lavaggio alieno del cervello ed i pochi altri che lottano per ribellarsi.

Un fumetto da recuperare…

Inutile dire che, dopo l’iniziale curiosità, la serie non si è certo rivelata come uno dei più grandi successi di pubblico della stagione. Troppo poco americana, troppa poca azione per essere di fantascienza, nessuna concessione gratuita alle cosiddette “minoranze”. Ma, al di là di ogni considerazione, ha l’immenso pregio di aver fatto parlare dell’originale a fumetti, che vi consiglio assolutamente di recuperare.

Roberto Johnny Bresso

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