Roma, 7 mar — Se non ci fosse di mezzo una strage di esseri umani verrebbe da pensare a qualche sceneggiatura di film alla Tarantino: sì, perché da alcuni mesi a Lima, capitale del Perù, è in corso una faida senza esclusione di colpi — mortali, in larga parte — tra due fazioni, formate rispettivamente da prostitute donne venezuelane e trans peruviani. I due gruppi di escort contendenti mirano ad accaparrarsi le zone «più ricche» della città in una lotta per il controllo del territorio che ha già lasciato sull’asfalto cinque vittime, uccise con i metodi più brutali.
A Lima bande di trans e gruppi di prostitute si contendono il territorio
In un Perù già piagato da gravi problemi di ordine pubblico scaturiti dalle proteste della popolazione indigena, le autorità si trovano ora fare fronte anche all’emergenza degli scontri fra gang locali. La guerra dei marciapiedi, come qualcuno l’ha ribattezzata sui social, origina dall’intenzione delle prostitute venezuelane di accaparrarsi le zone dei trans peruviani, ritenuti migliori dal punto di vista remunerativo.
Bagno di sangue
A peggiorare la situazione e rendere lo scontro un autentico bagno di sangue è stata l’ingerenza di un gruppo di sicari armati di nazionalità venezuelana, che si è offerto (dietro corresponsione di una percentuale degli incassi) di intervenire a sostegno delle connazionali. Tale cooperazione ha portato al brutale assassinio di Ruby e Priscilla, due prostitute trans, e al controllo di vaste aree di territorio, come i quartieri Zepita jirón, Cañete, Inclán e Chancay, e di una parte del viale Alfonso Ugarte.