Home » L’oleodotto che cambierà i destini di Uganda e Tanzania

L’oleodotto che cambierà i destini di Uganda e Tanzania

by Giuseppe De Santis
0 commento
tanzania uganda
Roma, 7 mar – Nei fondali del lago Albert, enorme bacino naturale che separa l‘Uganda dalla Repubblica Democratica del Congo, di recente sono stati scoperti depositi di petrolio per un ammontare di 6,5 miliardi di barili di cui 1,4 recuperabili. A trovare ed estrarre questo oro nero è stata la società francese Total assieme alla società cinese Cnooc, per un investimento di 10 miliardi di dollari.
Come è facile immaginare il governo ugandese ha dato un appoggio incondizionato a questo progetto, visto che consentirà alle casse dello Stato di ottenere grosse somme di denaro che cadranno come una manna dal cielo per un Paese povero come l’Uganda. Tuttavia, per poter sfruttare questi giacimenti, è necessario costruire un oleodotto che dal lago Albert passi attraverso Uganda e Tanzania, permettendo al petrolio estratto di essere trasportato nell’oceano Indiano.

Tanzania e Uganda, un oleodotto che cambia tutto. Con lo zampino di francesi e cinesi

Ebbene i governi di Kampala e Dodoma hanno approvato tutti i permessi necessari per permettere la costruzione di questo oleodotto che costerà 3,5 miliardi di dollari, avrà una lunghezza di 1.445 chilometri e collegherà i giacimenti del lago Albert al porto tanzaniano di Tanga. A costruire l’oleodotto sarà la East African Crude Oil Pipeline Company Limited, della quale la francese Total avrà il 62%, le società petrolifere statali Uganda National Oil Company e Tanzania Petroleum Development Corporation avranno entrambe il 15% e il rimanente 8% andrà alla cinese Cnooc.
Se per l’Uganda questa conduttura è essenziale perché permette di esportare il petrolio estratto, per la Tanzania è un modo per accrescere la sua influenza nell’Africa orientale e confermare la sua posizione come hub regionale, visto che oltre a questo oleodotto attraverso il suo territorio passano diverse strade e ferrovie che permettono ai Paesi confinanti di poter usare i suoi porti portando grossi benefici economici. Per quanto riguarda questi giacimenti di petrolio si prevede che potranno produrre 230mila barili di petrolio all’anno per i prossimi 30 anni.
Giuseppe De Santis

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati