
Dopo le restrizioni del nuovo corso “populista”, con sospensione per tre mesi dell’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Stati musulmani (Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen), Google ha creato un fondo da 2 milioni a favore dei diritti civili, a cui si aggiungono i 2 milioni raccolti attraverso le donazioni. La “mobilitazione” del colosso dei servizi online è stata ordinata direttamente dal Ceo Sundar Pichai (nato in India e dunque immigrato) che ha diffuso un memorandum interno in cui si commenta l’ordinanza di Trump. Sempre Pichai in un tweet ha scritto: “Per generazioni, gli Usa sono stati la casa di immigrati come Sanaz. La sua storia sta facendo il giro del Paese. Google è con te”, facendo riferimento alla storia di Sanaz Ahari, una donna iraniana ora negli Usa con la Green Card che non sa quando potrà rivedere i genitori.
Come riportato da alcuni siti questa è la più “vasta campagna umanitaria” della storia di Google. A godere dei finanziamenti stanziati saranno quattro Ong pro immigrati: la ACLU’ (American Civil Liberties Union), la ‘Immigrant Resource Center’, l”International Rescue Committee’ e la ‘Mercy Corps’. Oltre all’impegno pubblico del colosso di internet, sembra che molti manager di Google abbiano fatto delle donazioni personali a beneficio delle associazioni che lottano per i diritti civili.
Davide Romano
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Avendo contro colossi di wall Stret e dei media non saprei
pronosticare quale futuro per Tramp.
Contro dei colossi di Wal Stret e dei media non saprei pronosticare quale futuro per Tramp.