
Nemmeno l’asettico omino dei semafori, quindi, è stato risparmiato dalla ventata di idiozia politicamente corretta.
Cosa c’entri l’omosessualità con un festival musicale non è dato saperlo, al limite avrebbero dovuto mettere omini verdi e rossi con una chitarra a tracolla.
Il fatto che l’anno scorso l’Eurovision sia stato vinto dal travestito Conchita Wurst, tuttavia, fa capire che ormai la manifestazione da canora si è trasformata in politica: si tratta dell’ennesimo carrozzone propagandistico per ideologie alla moda.
Del resto il 20 giugno, nella un tempo austera capitale austriaca, sfilerà la Regenbogenparade, o Vienna Pride.
L’iniziativa, costata 63 mila euro, resterà attiva fino a fine giugno.
Giorgio Nigra