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La Spezia, il sindaco (di centrodestra) in piazza con gli antifascisti. Quando l’appiattimento diventa comico

by Patrizio Podestà
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Roma, 16 mag – È notizia di questa mattina l’annuncio del sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, scenderà in piazza in uno dei due cortei annunciati contro la manifestazione di CasaPound “Defend Europe”. “Andrò con la fascia tricolore, per ribadire la bellezza e la forza della nostra Costituzione, figlia primogenita del 25 aprile“, ha dichiarato Peracchini. Il sindaco, esponente civico eletto come indipendente ma sostenuto dal centrodestra ligure, ha infatti deciso di aderire al corteoLa Spezia insieme per la Costituzione. Ora e sempre Resistenza“, organizzato da numerose sigle della sinistra locale spaziando da Pd a Rifondazione.

Quando gli ossequi ai dogmi diventano comicità

Quando un’ombra di ambiguità sembra calare su una città che orgogliosamente è Medaglia d’oro al merito civile e Medaglia d’argento al valor militare e, al tempo stesso, sembra voler confondere ciò che è lecito da ciò che non lo è affatto – scrive Peracchini in una nota – ritengo doveroso che le istituzioni democratiche facciano chiarezza scegliendo di ribadire la bellezza e la forza della nostra Costituzione, figlia primogenita del 25 aprile“.

Peracchini, che oltre a sindaco di Spezia è anche presidente della provincia, aggiunge che “con la doppia fascia, da sindaco e da presidente della provincia, quali simboli che sottolineano il legame con lo stato e la comunità locale che ho l’onore di rappresentare, scelgo di aderire alla manifestazione ‘La Spezia insieme per la costituzione: ora e sempre Resistenza’ proprio per ribadire qual è la nostra biografia, quali sono i valori che ci contraddistinguono e sincerarmi personalmente che il corteo non sia in alcun modo antagonista ma protagonista, e manifesti con ragione e animo sereno, la bellezza dei valori della Costituzione“.

La Spezia, il centrodestra vittima di sé stesso

La scelta del civico di schierarsi con gli antifascisti il giorno prima della manifestazione, è l’ennesimo caso di appiattimento del centrodestra ai ricatti di coloro che si arrogano il diritto di decidere chi possa fare politica. Ed è oltremodo, questa sì, ambigua. Per cercare di farsi vedere puliti e mantenere una sorta di “consenso”, forse. Seppur, da quando il centrodestra governa, sia stato ampiamente dimostrato da sondaggi e tornate elettorali intermedie, che l’antifascismo sia un tema che non sposta voti. E non interessa a nessuno.

Vedere il rappresentante di una giunta di centrodestra che – senza tessere di partito – si pone idealmente come alternativa alla sinistra, fare un salto della quaglia il giorno prima del corteo per farsi vedere dalla parte dei “buoni” è, se non servile, quantomeno comico. E dimostra – nel caso ce ne fosse ancora bisogno – che la mafia del pensiero costituita dall’antifascismo ha ancora un ascendente veramente importante persino su coloro che, a parole, si dicono “alternativi”.

Riaffermare un principio

Verona, Bologna, Milano, Brescia, Vicenza, Bergamo, Mantova, Padova, Ascoli Piceno, Busto Arsizio, Varese e Reggio Emilia. Sono stati tutti esempi di grande senso di responsabilità e di ordine portato in piazza da parte di CasaPound e delle altre sigle identitarie aderenti, a differenza del caos portato da centri sociali e antagonisti vari. Scendere in piazza domani significherà, dunque, affermare nuovamente il diritto dell’universo non conforme a fare politica, in faccia ad antifascisti e a quelle istituzioni che fanno orecchie da mercante, scegliendo di fare professioni di fede a dei dogmi sempre più impopolari.

Patrizio Podestà

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