Ma chi è che ha fatto pressione sugli autori? Il direttore dello Stabile, Milos Budin, si lascia sfuggire una mezza ammissione: “Mi sono solo accertato che lo spettacolo sia in linea con le condizioni di unità raggiunte dalla nostra società e che non metta a repentaglio la capacità dimostrata da Trieste di superare certe divergenze e lacerazioni. Anzi, auspico che questo spettacolo contribuisca a questo percorso e consiglio a chi vuole giudicare di venire prima a vedere lo spettacolo. Invito tutti a voler bene a questa città e di lavorare affinché Trieste vada avanti godendo di buona considerazione dal mondo circostante vicino e lontano”.
Il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, ha ritirato l’autorizzazione a usare in scena foto dell’esodo che erano state prestate e annuncia che lui stesso e molti iscritti diserteranno il Politeama “pur avendo il biglietto” e ha urlato al “sabotaggio. La comunità slovena è riuscita sabotare il primo spettacolo sull’esodo realizzato da un giovane sensibile ed equilibrato”.
Agli artisti conviene comunque sbrigarsi: se passasse la nuova legge che considera reato la negazione di un genocidio, non è detto che la nuova versione del testo non finisca per andare fuori legge…
Giorgio Migra