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“La vita va così”: il legame con la terra non può essere comprato

by La Redazione
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Roma, 31 ott – La terra non si compra. Un concetto semplice ma completamente sconosciuto alle logiche di potere basate sul denaro di un gruppo immobiliare milanese che voleva impossessarsi di una porzione di terra tra le più belle al mondo per edificare un resort di lusso. La brama di ricchezza si è dovuta scontrare con il “no” di Efisio Mulas (Giuseppe Ignazio Loi). Un pastore sardo ultraottantenne che in quel terreno aveva la sua casa di campagna. E proprio lì, in quella splendida spiaggia, pascolava la sua mandria di vacche.

Il film regia di Riccardo Milani è ispirato a una storia vera, quella del pastore Ovidio Marras e la sua lunga e battaglia legale per la difesa della propria terra. Anche se questa incredibile epopea si è conclusa solo pochi anni fa, sembra provenire da un tempo lontano in cui gli abitanti erano anche i custodi del luogo. Incarnavano antichi valori che oggi sembrano non esistere più.

Efisio Mulas non è solo, infatti sua figlia Francesca (Virginia Raffaele) preso atto dell’ostinazione del padre, decide di trasferirsi nella sua casa di campagna per non lasciarlo solo ad affrontare lo sfacciato capo cantiere siciliano Mariano (Aldo Baglio) mandato in Sardegna dal potente immobiliarista interpretato da Diego Abatantuono. Ben presto i due si troveranno a dover affrontare anche tutta la comunità del piccolo paesino di Bellesa Manna. La quale, ammaliata dalle opportunità di lavoro dei “continentali”, cerca di convincere in tutti i modi Efisio e la figlia ad accettare le somme da capogiro offerte per vendere il terreno e permettere così la costruzione del resort a cinque stelle ecosostenibile che cambierebbe per sempre il futuro di quel luogo.

“Ti ho detto di no”. La virtù del non cambiare idea

Che i sardi siano testardi è cosa risaputa. Anche Efisio lo è, ma non in maniera ottusa. Al contrario, nelle sue pochissime parole che non fanno mai trasparire emozioni, nasconde una grande saggezza e la consapevolezza della sua scelta. Nelle poche occasioni in cui gli vengono poste delle domande lui risponde: “Questo luogo è così bello perché è di tutti”. Oppure che “Con il ricatto del lavoro ci vogliono mettere gli uni contro gli altri”.

La figura emblematica del protagonista ha veramente tanto da insegnarci. In un mondo dove tutto è volubile, dove non esistono più punti fermi, Efisio rimane sulle sue posizioni, anche quando chiunque altro avrebbe ceduto alla lusinga del denaro, anche quando si ritrova contro tutto il paese che prima lo implora di vendere il terreno, poi lo minaccia. Efisio rinuncia quindi al quieto vivere, alla reputazione positiva degli altri, in una piccola realtà locale dove “ciò che dice la gente” è tutto.

Lui dice di no, insegnandoci ed essere risoluti nelle nostre scelte anche quando tutti sono contrari. Ma quando queste scelte sono date da ciò che si ha dentro e che si vuole per davvero è giusto non cambiare idea, “perché io ho ragione” – poitta deu tengiu ragioi – e tutto viene ripagato da un “grazie nonno” da parte dei nipoti, “perché anche se veniamo una volta all’anno, qui abbiamo passato i momenti più belli e autentici della nostra vita”.

Il legame con la terra dei padri

Questa è la terra del babbo del babbo di mio babbo…” è la risposta che il pastore dà quando gli viene chiesto il motivo dei suoi continui “No”. Il denaro è effimero, “vola via”, mentre la terra resta. La terra è sacra proprio perché è lì che riposano gli antenati che con essa ci hanno trasmesso anche modi di vivere e valori che sono eterni. Per questo per la figlia Francesca è inconcepibile vedere un pezzo di plastica lasciato per terra dagli operai del cantiere. Suo padre non lo avrebbe mai fatto, così le è stato insegnato.

Lei soffre nel vederla riempita di cemento. Ogni ulivo – custodito con cura per generazioni e generazioni – abbattuto dalle ruspe è un pezzo di territorio che muore. Qui viene evidenziato il paradosso del mondo moderno, dove per fare spazio ad un albergo green vengono abbattuti alberi secolari. Il rispetto autentico dell’ambiente non va ricercato nelle moderne teorie ambientaliste di facciata ma in chi vive secondo uno stile di vita tradizionale, a contatto con la natura, plasmandola per trarne i frutti, sempre in armonia con essa. Solo chi ama un territorio è in grado di rispettarlo veramente.

La forza della volontà

Il film merita assolutamente di essere visto perché veicola anche implicitamente messaggi e valori che non è scontato ritrovare nel cinema odierno. Non dà delle risposte. Ma pone delle domande sul come coniugare la necessità del lavoro e le sfide della modernità con il bisogno di preservare autenticamente il territorio e un mondo arcaico fatto di tradizioni, valori e radici che rischiano di perdersi con “l’ultima generazione” di nonni. “Tu sesi una balente filla mia”, ovvero “tu sei una valorosa figlia mia”, è la sentenza della madre di Francesca una volta ottenuta la vittoria in tribunale, riconoscendo alla figlia il valore – quello degli antichi guerrieri shardana – dimostrato per la caparbietà dell’essere restata a fianco al padre.

Efisio ci ha insegnato che il denaro non è la virtù suprema, non tutto si può comprare. Mai darsi per vinti in partenza, perché – talvolta -con la forza di volontà è possibile sconfiggere anche nemici infinitamente più potenti. Solo credendo fermamente in ciò che si vuole.

Nicola Scanu

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