Home » Palamara e toghe rosse, Mattarella attacca le correnti: “Basta degenerazioni”

Palamara e toghe rosse, Mattarella attacca le correnti: “Basta degenerazioni”

by Adolfo Spezzaferro
4 comments
mattarella

Roma, 19 giu – “Questo è il momento di dimostrare, con coraggio, di voler superare ogni degenerazione del sistema delle correnti per perseguire autenticamente l’interesse generale ad avere una giustizia efficiente e credibile. È indispensabile porre attenzione critica sul ruolo e sull’utilità stessa delle correnti interne alla vita associativa dei magistrati”. Alla fine il presidente della Repubblica interviene sul terremoto che ha squassato il Consiglio superiore dell magistratura e l’Associazione nazionale dei magistrati puntando il dito contro le correnti che si spartiscono le nomine ai vertici delle procure e nei posti chiave della giustizia italiana, come emerso dalle intercettazioni che vedono coinvolti l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e diversi colleghi (e politici). In una cerimonia al Quirinale per ricordare i magistrati vittime di terrorismo e mafia, Sergio Mattarella ha ricordato ai magistrati che “l’unica fedeltà richiesta ai servitori dello Stato è quella alla Costituzione” (e non alla corrente di appartenenza).

“La magistratura deve impegnarsi a recuperare credibilità e fiducia”

Poi il capo dello Stato fa chiaramente riferimento allo scandalo scatenato dalle chat di Palamara e della sua rete di potere fatta di toghe politicizzate, esponenti di spicco del Pd e pezzi delle istituzioni. “La magistratura deve necessariamente impegnarsi a recuperare la credibilità e la fiducia dei cittadini, così gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca“, è il monito di Mattarella. Anche perché “la documentazione raccolta dalla Procura della Repubblica di Perugia, la cui rilevanza va valutata nelle sedi proprie previste dalla legge, – fa presente – sembra presentare l’immagine di una magistratura china su stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all’attribuzione di incarichi”.

Il Presidente non interverrà direttamente, nel rispetto della Costituzione

Mattarella – che è il presidente del Csm – però non ci sta a farsi tirare la giacca e anzi dice chiaramente che lui non interverrà direttamente sullo scandalo delle toghe. E’ sufficiente il “rispetto rigoroso delle regole della Costituzione – chiarisce -. Si odono talvolta esortazioni, rivolte al presidente della Repubblica, perché assuma questa o quell’altra iniziativa, senza riflettere sui limiti dei poteri assegnati dalla Carta ai diversi organi costituzionali. In questo modo si incoraggia una lettura della figura e delle funzioni del Presidente difforme da quanto previsto e indicato, con chiarezza, dalla Costituzione”. Così Mattarella respinge l’ipotesi di un ampliamento della sfera dei poteri che la Costituzione attribuisce al capo dello Stato: “Qualunque arbitrio compiuto in nome di presunte buone ragioni aprirebbe la strada ad altri arbitri, per cattive ragioni”.

Il capo dello Stato ribadisce la sua difesa dell’indipendenza della magistratura

Detto questo, il presidente della Repubblica ribadisce la sua difesa dell’autonomia della magistratura, perché le logiche delle correnti da lui denunciate “non appartengono alla magistratura nel suo insieme”. In tal senso, Mattarella stigmatizza gli attacchi politici alla categoria: “Non si può ignorare il rischio che alcuni attacchi alla magistratura nella sua interezza siano, in realtà, strumentalmente svolti a porne in discussione l’irrinunciabile indipendenza. Indipendenza che ho, per dovere costituzionale a me affidato, il compito di tutelare con determinazione”. In tale ottica, il capo dello Stato però lancia un ulteriore avvertimento alle toghe politicizzate (e alle loro sponde nei partiti): “La dialettica proficua tra i poteri si esprime in un confronto necessariamente collaborativo. Non vi è spirito di corpo o desiderio di affermare il ruolo e l’influenza del potere che si impersona, o di cui si fa parte, che possa giustificare queste distorsioni. Questo – conclude Mattarella – vale costantemente, per tutti e per ciascuno”.

Salvini: “Ringraziamo Mattarella e auspichiamo reale cambiamento nel Csm”

Ringraziamo il presidente Mattarella e auspichiamo un reale cambiamento nel Csm e nella magistratura“, commenta Matteo Salvini, che come risulta dalle chat pubblicate nell’ambito dell’inchiesta su Palamara, è stato oggetto di un attacco politico da parte di Csm e Anm. “Nessuna preoccupazione per il mio processo per sequestro di ottobre, sono convinto di aver agito rispettando la legge, come gli stessi magistrati intercettati ammettevano“, puntualizza il leader della Lega.

Al di là dei moniti il problema delle correnti resta

In generale però, al di là dei moniti di Mattarella a cui sono seguite le belle parole sulla riforma del Csm del ministro grillino della Giustizia Bonafede o le invettive dei magistrati contro i colleghi corrotti, il problema delle correnti resta. Come fa presente il segretario dell’Anm, Giuliano Caputo (corrente UniCost, quella di Palamara), bisogna porre fine al sistema delle correnti che indicano i candidati del Csm” perché il presidente Mattarella “ha ragione” quando dice che “la magistratura è composta da tanti colleghi lontanissimi dai comportamenti descritti nelle chat di Perugia” – fa presente Caputo in un’intervista a Repubblica -, ma la sfida adesso “è scrivere regole che impediscano quelli eticamente scorretti e che tradiscono i valori costituzionali“.

Con la scusa dell’autonomia della magistratura, la casta delle toghe politicizzate agisce indisturbata. Ecco perché il problema va estirpato alla radice. Ma a ben vedere a tutt’oggi non sembra che si stia andando in questa direzione.

Adolfo Spezzaferro

You may also like

4 comments

Sergio Pacillo 19 Giugno 2020 - 10:23

Se n’è accorto, pare, finalmente, anche lui.

Reply
Walter 19 Giugno 2020 - 11:41

Un presidente sveglio non potevamo averlo? Questo dorme finché non arriva l’acqua in casa

Reply
alexandro12 19 Giugno 2020 - 12:31

La retorica di Mattarella è insopportabile. D’altronde cosa aspettarsi da un Presidente della Repubblica che poco tempo è riuscito persino a dire che la cosiddetta Unione europea non è mai “venuta meno alla sua fondamentale promessa di pace, stabilità e prosperità per i popoli europei”. Incredibile. Ecco quel che accade quando si soggiorno ai Piani Alti. A Mattarella potremmo dire, citando Popper:”Non permettere che i sogni di un mondo perfetto ti distolgano dalle rivendicazioni degli uomini che soffrono qui ed ora”.

Reply
jenablindata 21 Giugno 2020 - 10:07

è da tanto,che gli italiani hanno perso la fiducia nella magistratura:
da quando si sono resi conto che fa più gli interessi dei criminali che quello delle persone per bene.

e no…
non sono d’accordo con mattarella:
la magistratura NON è riformabile.
ha troppo potere,e nessuno a cui rendere conto.

è un errore,che giorno dopo giorno toglie autorevolezza alla giustizia in se stessa:

– i politici sono sottoposti al controllo popolare,e alla magistratura….con i giornalisti nel ruolo di cani da guardia (sdentati,ma tant’è: il coraggio non è da tutti)
– i militari sono sottoposti al controllo politico e a quello della magistratura civile e militare (molto più severa di quella civile)
– I MAGISTRATI….A CHI RISPONDONO,della correttezza del loro operato?
solo a se stessi?

tale stato NON E’ AMMISSIBILE,come non è ammissibile porli sotto il controllo della politica o dei militari,per ovvie ragioni.

e visto che ogni uomo ha diritto alle proprie opinioni,non è nemmeno pensabile che un magistrato possa svolgere la sua funzione
senza essere minimamente influenzato da esse:siamo esseri umani,e non funzioniamo in quel modo.

come se ne viene fuori?

in una dittatura ponendo la magistratura sotto il controllo del potere….
politico o militare,del caso.

ma l’italia è una democrazia,per quanto se ne sa:
quindi l’unica strada per recuperare l’autorevolezza della magistratura,
la fiducia della gente…..
è quella di PORTARLA SOTTO il controllo popolare,RENDENDOLA ELETTIVA.

solo così,tornerà ad essere quello che doveva essere:
IL BALUARDO,che difende tutti noi
dall’ingiustizia,compresi potenti,militari e politici…oltre che i semplici cittadini.

dopo…le toghe potranno pensarla come gli pare:
saremo NOI,a valutare la correttezza del loro operato,magari ogni cinque anni.

e un giudice che non fa il suo lavoro seriamente,
scansafatiche,poco coraggioso,venduto
o troppo politicizzato
non resterà in magistratura a lungo…..

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati