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Sea Watch, ingerenza Onu: “L’Italia sbarchi questi immigrati disperati”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 21 giu – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto al premier Giuseppe Conte per ribadire la politica dei “porti chiusi” e per chiedere che sia l’Olanda a farsi carico della nave Ong Sea Watch, da nove giorni ferma in acque internazionali ma a sole 15 miglia da Lampedusa. E’ necessaria, dice Salvini, una “nuova energica iniziativa di sensibilizzazione” nei confronti dei Paesi Bassi, visto che la nave batte bandiera olandese.

Unhcr all’Italia, faccia sbarcare migranti Sea Watch

“L’Italia ha la responsabilità di far sbarcare queste persone” e “nessuno dovrebbe tornare” nella Libia scossa dalla guerra. Così la portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) Babar Baloch entra a gamba tesa nel braccio di ferro tra il governo verdegiallo e la Ong tedesca in merito ai 43 immigrati irregolari a bordo della Sea Watch 3. “Questi disperati devono essere sbarcati, è un obbligo sancito dalle norme internazionali“, ha ribadito.

La lettera di Salvini

“A fronte della presenza della nave Sea Watch 3 al largo delle nostre coste e della possibile evoluzione della situazione a bordo – scrive Salvini nella lettera inviata per conoscenza anche al ministro degli Esteri Enzo Moavero – ritengo necessario che la perdurante efficacia del provvedimento di divieto di ingresso, transito e sosta della nave nel mare territoriale nazionale sia accompagnata da un’energica nuova iniziativa di sensibilizzazione nei confronti dell’autorità dei Paesi Bassi, quale stato di bandiera”. Olanda, dice ancora il vicepremier, a cui spetta un “responsabile esercizio dei propri poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo, nonché sulla conseguente esigenza di porre in essere, prontamente ed efficacemente, ogni azione necessaria, anche sotto il profilo dell’ordine pubblico, affinché sia assicurato il rispetto integrale del complessivo quadro normativo”.

Il titolare del Viminale contro la Ong tedesca

Quanto a Sea Watch, nella lettera Salvini ribadisce che la Ong tedesca ha tenuto fin dall’inizio della vicenda una “condotta la cui gravità è resa palese dalla ferrea volontà” di far rotta verso l’Italia dopo aver rifiutato “il Pos (place of safety, porto sicuro, ndr) offerto dalle competenti autorità libiche” ma anche dal fatto di esser rimasta ferma davanti a Lampedusa sette giorni “pur avendo richiesto sin dall’inizio un porto di sbarco anche al proprio Paese di bandiera che avrebbe potuto raggiungere con una navigazione di durata inferiore”. Per questo, aggiunge ancora Salvini, “non appare potersi legittimamente consentire ad alcuno di decidere autonomamente, al di fuori dell’esistente quadro giuridico, dove e come condurre cittadini di paesi terzi”.

La replica di Conte: “Comprenso lo stallo che si è venuto a creare”

Il premier replica così al ministro dell’Interno: “Comprendo lo stallo che si è venuto a creare” sulla vicenda della Sea Watch, “il premier è sempre disponibile a intervenire” in soccorso ai propri ministri, “nel Consiglio europeo siamo già intervenuti, attendiamo una risposta”. Al Consiglio europeo, sottolinea Conte, l’Italia si è impegnata a chiedere delle risposte.

Adolfo Spezzaferro

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