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Miss Helsinki nera: quando a vincere non è la bellezza ma la globalizzazione

by Vittorio Sasso
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Helsinki, 9 gen – “And Miss Helsinki 2017 is….” rullo di tamburi… “Sephora Ikalaba!”. Una ragazza di 19 anni nata a Rovaniemi? A Tampere? No, nata in Nigeria. Avete capito bene: la reginetta di Helsinki, capitale della Finlandia, non è una bellezza statuaria bionda e dagli occhi azzurri, caratteri genetici orrendamente troppo ariani e nord-europei per poter vincere un concorso di bellezza, bensì una ragazza nera alta 1.65m nata a Lagos e immigrata in Finlandia.

“Ohibò, ma almeno sarà una bellezza tipicamente africana, come Iman, la modella compagna di vita di David Bowie o come la celeberrima Naomi Campbell, che era sì nata in Inghilterra, ma aveva origini giamaicane, vero?” No. Nemmeno. Perché a guardarla bene la giovane Sephora non è nemmeno una bella ragazza, pur avendo un bel fisico.
“Ma allora come è possibile?” Semplice: ad Helsinki non ha vinto la bellezza, ma ha vinto il politicamente corretto, ha vinto la volontà di imporre un modello culturale ed ideologico diverso da quello delle tradizioni europee. Sembra assurdo ma è così ed è l’unica spiegazione possibile viste le sue avversarie: la povera Sephora è rimasta invischiata in un gioco più grande di lei ed ora ne pagherà, purtroppo, le conseguenze. Già il web ed i finlandesi si sono rivoltati contro questa decisione: “Non ci rappresenta” è il commento più gettonato insieme a “E’ un chiaro esempio di razzismo verso i bianchi”, e basta fare un giro sulla pagina Facebook ufficiale di “Miss Helsinki” per rendersene conto. Ma non è solo una questione di commenti e reazioni del web: la vittoria di Sephora rappresenta una presa in giro per lei stessa, perché crediamo che la ragazza si sia resa conto che il 99,99% di chi le sta intorno non ha i suoi stessi tratti somatici e quindi la sua vittoria non rappresenta la bellezza finlandese, o di Helsinki. Già le staranno dicendo che chi la sta criticando è un bieco razzista, che lei è “bellissima”, che la Finlandia è un Paese ospitale e accogliente; ed il problema di fondo è davvero quest’ultimo: il dogma dell’accoglienza vuole le sue reginette, e qualcuno ad Helsinki ha pensato che l’occasione migliore per propagandare una tale professione di fede, perché ormai di questo si tratta, fosse far vincere il titolo di Miss ad una nera immigrata. Anche tralasciando il fatto che i concorsi di bellezza dovrebbero rappresentare i canoni estetici di un Paese, discorso sensato e logico che però è bollato come anacronistico da chi vuole il meticciato globale, da chi vorrebbe abolire le frontiere e con esse ogni barlume di cultura ed unicità, quello che è accaduto in Finlandia è sintomatico di una sorta di “senso di colpa” verso l’Africa ormai diffuso anche in quei Paesi che non si sono mai fatti artefici del colonialismo.

“Scusa Africa se siamo più sviluppati, per fare ammenda ti accogliamo tutti i tuoi figli affinché abbiano un futuro migliore”, magari in qualche campo di pomodori o in qualche industria dove vengono usati per abbassare i salari ai lavoratori autoctoni, come un enorme esercito industriale di riserva (ricorda nulla?). Intanto, per bearci della nostra magnanimità, facciamo vedere che non siamo razzisti ed eleggiamo a reginetta di Helsinki una ragazza che verrebbe scartata anche a miss Lagos, tanto se qualcuno ha qualcosa da ridire possiamo sempre accusarlo di razzismo, perché la “reductio ad unum” funziona sempre, in ogni ambito, quando non si hanno argomenti validi. Sephora, da questo punto di vista, è una vittima sacrificale di questo gioco al massacro delle identità, di questa filosofia aberrante che vuole estirpare ogni ultimo rimasuglio del concetto di “radici”; concetto che ovviamente va bene quando si tratta del povero somalo o del povero nigeriano, ma che applicato ad un bianco europeo diventa immediatamente xenofobo. Perché siamo assolutamente convinti che, un giorno, Sephora si renderà conto che la sua è stata una vittoria politica (se non se n’è già accorta), e che quindi, non vale assolutamente nulla; si renderà forse conto che è stata usata da un meccanismo più grande di lei, ma quello che veramente conta è che se anche lei non se ne accorgerà mai, in tanti, anzi tantissimi, se ne sono accorti, e cominciano ad essere stufi.

Vittorio Sass

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7 comments

CALABRESE ADRIANO 9 Gennaio 2017 - 8:00

Senso di colpa per cosa?…..

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Bombardiere 9 Gennaio 2017 - 9:19

Non solo è negra, ma è un cesso pazzesco. Ma non mi meraviglia: cosa cazzo possono capire di bellezza femminile i froci che l’hanno eletta?

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nemesi 10 Gennaio 2017 - 4:58

intanto allla nuova Reginetta di bellezza sono arrivati i complimenti dal DITTATORE della Nigeria Boko Haram..
(cit. Saverio Tommasi)

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Ugo 10 Gennaio 2017 - 9:30

Non ho visto le avversarie, ma certo al liceo avevo delle compagne di scuola che avrebbero meritato un premio per la loro bellezza assai più di Sephora. Questo è stato un gesto sporco, molto sporco. Del resto siamo abituati anche in Italia: qualcuno ricorda Denny Mendez? Qualcuno ricorda le sue avversarie? Io sì.

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Luca 10 Gennaio 2017 - 4:28

Stessa cosa che fecero in 2015 e 2016 in Giappone, dove in una popolazione così omogenea che è quella giapponese, a caso, e quando si parla di caso c’è sempre dietro un ebreo, hanno vinto due ragazze di razza mista. Quando si dice le coincidenze ovviamente.

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Saif 11 Gennaio 2017 - 2:58

In attesa di azzerare ogni identità nazionale a favore di un meticciato diffuso in tutta europa e facilmente manovrabile dall’èlite razzista e psicopatica dei banchieri.
P.s. e comunque è un cesso…

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mego 25 Gennaio 2017 - 1:44

e vi meravigliate

la sinistra globalista a sempre odiato la bellezza, guardate queste cesse come la Hillary, la Boldrini e la Merkel. certe italiche catto-comuniste meglio non parlare.

guardate come anno convinto le nostre ragazze e giovani donne a vestirsi. senza arte e eleganza. sembrano tutte vestite come na pattumiera. e dopo si lamentano ce li uomini li deferiscono delle pattumiere di sperma.

sonno troppo duro? non sono cua per carezzare il pelo.

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