Parma, 2 giu – Nel pieno centro di Parma (Piazza Duomo) sorge un’opera di profondo impatto storico per l’arte italiana ed europea: un ponte tra la cultura romanica e quella gotica. Stiamo parlando del Battistero ottagonale progettato da Benedetto Antelami a partire dal 1196.
Una torre magica

Notevole è lo zooforo disegnato dall’Antelami, una serie di settantacinque formelle zoomorfe e vegetali scolpite a bassorilievo e incastonate a mo’ di fregio continuo. Elementi di grande esoterismo ricorrono su tutta la facciata: creature infernali, centauri, mostri marini, sirene, liocorni, basilischi, grifoni, uccelli, cavalli e figure umane, oltre alle quattro virtù: Castità, Carità, Fede e Speranza, le chiavi di lettura dell’intero zooforo. Le rappresentazioni animalesche, i motivi vegetali e le geometrie non sono semplici ornamenti, ma vogliono veicolare l’ordine spirituale e temporale dell’edificio. Già nella tradizione medievale e nell’ermeneutica si trovano raffigurazioni dell’Arbor Vitae, di ottagoni e del Leone Solare.
Universale e sacro
La dottrina utilizzata dall’Antelami è decisa trasmettere un legame tra l’universale del Sacro, attraverso il linguaggio dell’Arte, con la conoscenza interiore e singola dell’uomo in cerca di guida. Entrando nel Battistero i colori della cupola non possono che catturare l’occhio dello scrutatore e fargli vivere un viaggio temporale di quasi un millennio.

Da notare anche il portale da dove entravano i catecumeni, coloro che dovevano ricevere il sacramento. Qui è raffigurata la leggenda di Barlaam, personaggio di derivazione orientale: un uomo si ripara accanto a un favo (simbolo della salvezza) su un albero fuggendo dagli attacchi di un drago, metafora del peccato sconfitto dal battesimo. Attorno è raffigurato il tempo con il sole e la luna, mentre sull’archivolto sono presenti rilievi di profeti e di animali dei bestiari.
Infine, la vera meraviglia scultorea dell’interno del Battistero è rappresentata dal ciclo dei mesi. Il cantiere del comasco Antelami posiziona le sculture nella prima galleria del lato orientale. Una serie di personaggi con tratti eleganti e nobili, nella loro fatica sono allegoria del lavoro redento da Cristo. Un ciclo di immagini massicce e innovative con dettagli descrittivi che inaugurano lontanamente l’avvento di Giotto. Le figure santificano il lavoro agricolo nei campi e la dimensione inamovibile dello scorrere del tempo, rappresentando la successione dei segni zodiacali. L’opera dell’Antelami fa riecheggiare un profondo e mistico «Ora et labora». Un mistero esoterico in marmo del medioevo emiliano.
Alberto Tosi