
Dopo il secondo turno delle dipartimentali francesi, il Front national si trova di fronte al solito bicchiere mezzo pieno. Pur riuscendo a imporsi in un numero di cantoni che oscilla tra 43 e 47, il Fn non riesce ad avere la maggioranza assoluta in nessun dipartimento (i cantoni sono le circoscrizioni elettorali dei dipartimenti, equivalenti alle nostre province). Neanche in Aisne e Vaucluse, che sembravano alla sua portata.
Il partito passa tuttavia da uno a 60 consiglieri dipartimentali eletti.
“Dateci tempo, nel 2007 facevamo il 4,5% alle legislative. Aumentiamo il nostro score alle cantonali di 10 punti rispetto al 2011. Non è poco”, spiega Marine Le Pen.
Occhio puntato, ora, alle regionali di dicembre, in cui il partito spera di portare a casa quattro regioni: Nord-Pas-de-Calais-Picardie, Provence-Alpes-Côte-Azur, Alsace-Champagne-Ardennes-Lorraine e Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées.
Intanto l’Ump (il partito di Sarkozy) e i suoi alleati, che dirigevano 40 consigli generali, ne portano a casa 67, con 1032 consiglieri eletti. Disfatta totale per la sinistra: fin qui dirigeva 61 dipartimenti, ne esce vincitrice in soli 34. Un solo dipartimento è passato da destra a sinistra: è la Lozère, il dipartimento meno popolato di Francia. In 28 casi è invece successa la cosa opposta: si è passati da un governo locale di sinistra a uno di destra. Bruciano, in particolare, le sconfitte in alcuni bastioni storici della sinistra, come Côtes-d’Armor e Bouches-du-Rhône.
Il tasso di astensione si attesta attorno al 50%, cifra leggermente superiore a quella del primo turno (49,83%).