
Dopo aver illuso i suoi fan con la dichiarazione dell’arrivo imminente di un seguito di Twin Peaks, il regista David Lynch ha annunciato che non se ne farà nulla perché sarebbe naufragato l’accordo economico con il canale Showtime. “Cari amici – ha scritto sui social networl il controverso cineasta – dopo un anno e quattro mesi di negoziati rinuncio, perché non è stato stanziato abbastanza denaro per realizzare il copione come ritenevo che andasse fatto. Questo week end ho cominciato a chiamare gli attori per spiegare la mia decisione. Showtime potrebbe comunque portare avanti il progetto. Adoro il mondo di Twin Peaks e mi sarebbe piaciuto che le cose andassero diversamente”.
Una grossa delusione, insomma, per tutti i devoti dei segreti della apparentemente tranquilla cittadina situata nello Stato di Washington, a cinque miglia dal confine tra Stati Uniti e Canada. Una cittadina dove nulla è come sembra, dove bene e male si confondono, dove la routine della provincia cela il fuoco divoratore del male.

In un’epoca in cui le serie tv erano ancora semplicemente dei “telefilm”, delle produzioni minori con trame lineari e argomenti rassicuranti, l’opera di Lynch cambiò tutte le carte in tavola, innalzando vertiginosamente il livello del prodotto.
Per la prima volta, in televisione si parlava di sesso estremo, droga, violenza, abuso, prostituzione. Per la prima volta si offrivano al pubblico trame complesse, allusive, metafisiche, sconvolgendo la proverbiale razionalità che presiede alla narrazione poliziesca.
Ha scritto Aldo Grasso: “I segreti di Twin Peaks ha segnato un’epoca. Non solo televisiva. Ha simboleggiato l’inquietudine degli anni Novanta, cui ha offerto persino una colonna sonora, scritta da Angelo Badalamenti”. Nel frattempo, l’inquietudine è aumentata, ma a quanto pare non sarà più Lynch a raccontarcela.
Giorgio Nigra