
Ufficialmente il provvedimento è stato adottato per porre un freno agli attacchi mediatici, spesso anonimi, dei quali i politici siculi si sentono vittime. Una motivazione insufficiente quanto debole, considerando che il politico deve dare conto del proprio operato e deve necessariamente sottoporsi alle critiche degli elettori, i quali hanno il diritto di esprimere la loro opinione in forma anonima, per quanto possa essere antipatico e in fondo inutile formulare un pensiero senza rivendicarne la paternità. Il sospetto è che l’urgenza di imporre questo vero e proprio ricatto alle testate regionali abbia a che fare con la vicenda Muos, il sistema di difesa con comunicazioni satellitari ad alta frequenza e a banda stretta che gli americani stanno realizzando nella (ex) riserva naturale vicino Niscemi. Non è un mistero che ai siciliani il Muos non piaccia, non è un ricordo troppo remoto l’appello di Crocetta contro il sistema satellitare americano, così come non è passata inosservata la repentina retromarcia del governatore siciliano, sfociata nella celebre affermazione “Me lo ha chiesto Obama”, una sorta di ‘obbedisco’ a stelle e strisce. Al momento non si registrano proteste vibranti, probabilmente perché la legge appena introdotta deve ancora essere recepita dai lettori; vedremo nei prossimi giorni se i siciliani si metteranno in coda per farsi schedare nelle redazioni o se, al contrario, avvieranno manifestazioni contro la ‘tessera del commento’.
Francesco Pezzuto