Palermo, 12 dic – In base al comma E dell’articolo 4, chi intenda commentare un articolo pubblicato sul web dovrà recarsi personalmente in redazione, fornire un documento d’identità valido e farsi schedare. La notizia non giunge da Pyongyang ma da Palermo, precisamente da Palazzo dei Normanni sede della regione Sicilia, dove il consiglio ha votato la nuova legge per l’editoria. Le redazioni che non vorranno adeguarsi alla nuova normativa perderanno il diritto ad accedere ai finanziamenti pubblici, consistenti al momento in circa 400 mila euro ma destinati ad aumentare fino a 15 milioni tra giornali ed emittenti televisive. Una rinuncia difficilmente sostenibile, considerata la crisi cronica in cui versa l’editoria italiana e la diminuzione degli introiti provenienti dalle sponsorizzazioni. Il progressista Crocetta, paladino dell’antimafia da avanspettacolo e dei diritti delle minoranze, il Crocetta che avrebbe dovuto moralizzare e risanare la Sicilia dopo anni di clientelismo e connivenze, mette il bavaglio ai lettori e impone la schedatura del pensiero individuale.
Ufficialmente il provvedimento è stato adottato per porre un freno agli attacchi mediatici, spesso anonimi, dei quali i politici siculi si sentono vittime. Una motivazione insufficiente quanto debole, considerando che il politico deve dare conto del proprio operato e deve necessariamente sottoporsi alle critiche degli elettori, i quali hanno il diritto di esprimere la loro opinione in forma anonima, per quanto possa essere antipatico e in fondo inutile formulare un pensiero senza rivendicarne la paternità. Il sospetto è che l’urgenza di imporre questo vero e proprio ricatto alle testate regionali abbia a che fare con la vicenda Muos, il sistema di difesa con comunicazioni satellitari ad alta frequenza e a banda stretta che gli americani stanno realizzando nella (ex) riserva naturale vicino Niscemi. Non è un mistero che ai siciliani il Muos non piaccia, non è un ricordo troppo remoto l’appello di Crocetta contro il sistema satellitare americano, così come non è passata inosservata la repentina retromarcia del governatore siciliano, sfociata nella celebre affermazione “Me lo ha chiesto Obama”, una sorta di ‘obbedisco’ a stelle e strisce. Al momento non si registrano proteste vibranti, probabilmente perché la legge appena introdotta deve ancora essere recepita dai lettori; vedremo nei prossimi giorni se i siciliani si metteranno in coda per farsi schedare nelle redazioni o se, al contrario, avvieranno manifestazioni contro la ‘tessera del commento’.
Francesco Pezzuto