Roma, 12 dic – Si è tanto discusso dei debiti che la Pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese. E’ dai tempi dell’esecutivo Monti che si prometteva di arrivare in tempi celeri al pagamento, promesso in più tranche, ma pur sempre con una rapidità che appariva fin troppo sospetta per essere veritiera. A giugno di quest’anno si è arrivati anche ad una legge che convertiva un precedente decreto per sancire che finalmente si sarebbe proceduto al pagamento di arretrati alle aziende per 40 miliardi in dodici mesi, intesi a partire dalla meta’ del 2013.
Siamo giunti alla fine del 2013 e l’Italia rischia una pesante multa dall’Ue perchè lo Stato risulta ancora moroso nei confronti delle imprese. Un euro su tre non è ancora arrivato a destinazione, e il 60% delle fatture non è stato ancora onorato.
Bruxelles entra ancora una volta nei gangli della gestione della cosa pubblica in virtù di una direttiva dell’Unione europea che obbliga la Pubblica amministrazione a saldare i debiti verso i privati entro 30 giorni (al massimo 60 in casi del tutto eccezionali). Tempistiche fantascientifiche per l’elefantiaca burocrazia italiana che nel caso dei debiti verso le imprese, quest’anno è riuscita anche a peggiore le cose. Dei 24 miliardi stanziati dal governo Letta, per il 2013, un terzo non è ancora arrivato a destinazione proprio a causa della farraginosità dei meccanismi previsti.
Ma il dato allarmante è dato dal rallentamento rilevato negli ultimi mesi. Nonostante la direttiva europea e nonostante i proclami del governo, il 2013 è stato un anno negativo per il rispetto dei rimborsi: solo un ente pubblico su quattro ha rispettato i tempi previsti per i pagamenti. Questo fare melina da parte dello Stato ovviamente si traduce in un’ulteriore stretta di liquidità a cui sono soggette le medie e piccole imprese italiane già vessate da un sistema creditizio posto più sul fronte nemico che su quello collaborativo (secondo uno studio del Cerved solo quest’anno il credito erogato alle imprese si è ulteriormente contratto di 50 miliardi).
In termini di paragone europeo l’Italia da sola è responsabile di più del 50% dei debiti insoluti di tutto il Vecchio continente. Basti pensare che in Germania chi lavora per la pubblica amministrazione si vede saldare il dovuto dopo mediamente 35 giorni, in Francia ce ne vogliono 64 e in Gran Bretagna 47.
Secondo la Cgia di Mestre, sono decine di migliaia le imprese fallite a causa dei mancati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Su 46.400 aziende che dall’inizio della crisi fino a giugno scorso hanno chiuso i battenti, circa il 30% (14.400) avrebbero avuto un destino più felice se lo Stato avesse onorato debiti e contratti. Molte altre realtà aziendali italiane che vantano crediti verso la Pubblica amministrazione sono dovute arrivare a chiedere dei prestiti per sopperire alla mancanza di liquidità. Come a dire, oltre al danno anche la beffa.
Giuseppe Maneggio