

Anche la giovane vedova, che aveva sposato pochi mesi, fa racconta commossa che un giorno rientrato a casa le aveva detto: “ Voglio dirti una cosa ma credo che non mi darai il permesso. Vorrei andare in Siria e unirmi ai combattenti a difesa dei luoghi santi”. Lei sa che “Ora ha esaudito il suo desiderio di diventare martire”. Sui social, in questa strana epoca in cui spesso un profilo virtuale sopravvive al suo creatore umano diventandone quasi un etereo testamento, si susseguono le pagine da lui seguite che parlavano di combattenti caduti nella lotta contro i terroristi o dei volontari partiti per la Siria, dissipando ogni possibile dubbio su quanto fosse forte lo spirito patriottico e volontaristico del giovane Behnam. Un pompiere in un mondo che va a fuoco. Un martirio civile, quello del pompiere di Teheran, il sacrificio di un combattente senza armi, in un fronte senza guerra, in cui però il coraggio e l’abnegazione sono pane quotidiano e nell’animo di questi uomini si crea quello spirito di universale comprensione e odio per l’ingiustizia, di volontario cosciente, che può spingere un semplice pompiere a sognare di andare a fare l’eroe in in paese lontano, non sapendo che è già un eroe nel cuore della sua terra.
Alberto Palladino
