
Il quadro può sembrare disperante: la bandiera vilipesa dai politici, dai governanti, da partiti e circoli dichiaratamente anti-italiani. Eppure non è così. Il panorama circostante ha tante ombre, ma filtrano anche delle luci. Sempre più spesso, per esempio, vediamo manifestazioni in cui campeggia il tricolore e si canta l’inno di Mameli: gli ambulanti contro la direttiva Bolkenstein, i tassisti contro Uber, manifestazioni studentesche non egemonizzate dalla sinistra, comitati di quartiere, il composito e contraddittorio movimento che fu dei “Forconi” etc. Riferimenti confusi, talvolta, ma che testimoniano una voglia spontanea di tricolore che merita di essere evidenziata. Come se in quest’Italia spolpata, vilipesa, prostrata e invasa, l’unico simbolo vitale, l’unica risorsa culturale concreta, fosse la nazione.
A questo revival nazionale contribuisce anche la Ue, che è riuscita nel brillantissimo compito di mettere i popoli europei uno contro l’altro, aizzando rancori reciproci che sembravano sepolti. Uno dei compiti cruciali delle avanguardie dovrà proprio essere quello di riconciliare la nazione con l’Europa, nonostante quei criminali della Ue. Ma, intanto, il fatto stesso che alcuni italiani non si arrendano alla scomparsa programmata della nazione di Mazzini, Garibaldi, Battisti, Marinetti, D’Annunzio e Corridoni ha già del sovrumano. Buona Unità d’Italia a tutti.
Adriano Scianca
2 comments
Semmai buona “semi-unità”, sappiamo tutti che mancano ancora dei pezzi….
comunque, riguardo ai forconi e similari sulla voglia spontanea di tricolore;
La saggezza popolare dice:
“Chi disprezza compra…”
complimenti ottimo articolo