
Questa scoperta avvalorerebbe un’altra teoria, già pubblicata nel 2007 dalla rivista Pnas e la cui genesi deve moltissimo al contributo dei ricercatori di biologia de La Sapienza, che appunto fu chiamata Out of Eurasia in contrapposizione con l’Out of Africa. “Questo studio rivoluziona ciò che sapevamo finora sui tempi e i posti in cui sarebbero stati fatti i primi passi dell’evoluzione umana” ha affermato Nikolai Spassov, professore del Bulgarian Academy of Sciences. “Graecopitecus non è una scimmia. È un membro di una tribù di ominidi e un diretto antenato della specie homo. La sua alimentazione è legata all’ambiente secco e difficile della savana che in quel periodo aveva occupato l’Europa orientale, pertanto differisce da quella degli esemplari scimmie più recenti che vivono nelle foreste. In più, proprio come gli umani, ha dei molari larghi e uno smalto denso. Certo, possiamo dire che è stato scoperto un anello mancante, ma esisterà sempre un altro anello mancante perché l’evoluzione è la concatenazione di infinite forme successive. Probabilmente la faccia di El Greco assomigliava a quella di una grandissima scimmia con canini più corti”.
“Mentre le grandi scimmie tipicamente hanno denti con due o tre radici divergenti, le radici del Graecopitecus invece convergono e sono parzialmente fuse, una caratteristica tipica degli uomini e dei primi pre-umani” ha aggiunto Madelaine Böhme dell’università di Tübingen. “Siamo rimasti tutti sorpresi dai nostri risultati proprio perché finora si sapeva che specie di ominidi così avanzate si potessero trovare solo nell’Africa sub-sahariana” ha poi affermato Jochen Fuss, dottorando del Tübingen PhD che ha condotto questa parte di ricerca. “La nostra scoperta può cambiare la teoria sull’origine dell’umanità” ha concluso Madelaine Böhme. “Personalmente ritengo che i discendenti del Graecopitecus si siano diffusi in Africa in un secondo momento (come afferma la Out of Eurasia, NdR). I nostri dati supportano il fatto che la divergenza tra scimpanzé e uomo sia avvenuta nell’est del Mediterraneo e non in Africa”.
Carlomanno Adinolfi