
Questo però non è l’unico ricordo che il pilota statunitense lascia in eredità: rimane ancora vivo nella mente degli appassionati delle due ruote l’anno 2006, in quella stagione era riuscito a realizzare il suo sogno, quello di diventare campione del Mondo nella classe regina del Motomondiale. Proprio lui è stato il primo a spezzare l’imbattibilità di un fenomeno come Valentino Rossi, che all’epoca ne aveva vinti quattro mondiali consecutivi. In molti lo ricorderanno al termine del GP di Laguna Seca, in cui vinse il titolo, Kentucky Kid era in pista a volto scoperto e con la bandiera a stelle e strisce in mano, mentre scoppia in lacrime di gioia abbracciato dal padre Earl. Nonostante questa impresa aveva accettato il ruolo di gregario senza far polemica, è stato compagno di squadra di Alex Barros, Max Biaggi, Casey Stoner, Andrea Dovizioso e di Valentino Rossi.
Proprio a questo proposito il manager Carlo Pernat lo ricorda come “il perfetto gregario, ma nel senso più nobile del termine: sapeva far correre bene la moto, dava ai meccanici i consigli giusti. Instancabile, in grado di fare anche 100 giri al giorno durante i test”. Hayden era stato recentemente nominato MotoGP Legend, per aver disputato 13 stagioni in MotoGP con 3 vittorie e 28 piazzamenti sul podio. Lo scorso anno il numero 69 aveva iniziato una nuova avventura passando nel Mondiale Superbike con il team Honda World Superbike, con cui si era piazzato al quinto posto nella classifica generale. Quest’anno la conferma, una nuova stagione in sella alla sua Honda CBR1000RR. Non importano risultati è proprio così che tutti gli appassionati lo vogliono ricordare, sorridente e determinato a dare gas in pista come nell’ultimo Gran Premio di Imola prima di quel tragico pomeriggio di sette giorni fa.
Guido Bruno