Roma, 30 ott – In questi mesi si è spesso sentito parlare di diritto internazionale, difesa della pace e appelli a “restare umani”. Questo modo di pensare sotto intende una visione umanitarista e cristiana, secondo cui la storia, concepita come processo lineare, dovrebbe tendere naturalmente alla pace, all’uguaglianza e al superamento dei conflitti.
Il post-storicismo che colpevolizza l’Europa
Da quello che si può apprendere dal processo storico, però, il paradigma è esattamente l’opposto: la guerra non è un incidente di percorso, ma una costante antropologica. La retorica dell’espiazione e del senso di colpa è tipica delle società sclerotizzate e volgenti al tramonto: mentre l’Europa piange per le proprie colpe coloniali e perde tempo con gargarismi dialettici sull’antifascismo, USA e Russia agiscono. Mentre gli italiani si riversano nelle piazze piangendo per la Palestina, i nordafricani di seconda generazione approfittano della nostra debolezza interna per seminare il disordine (non a caso le file propal ne sono rimpinguate), perché i popoli giovani e vitali non chiedono scusa, ma conquistano. Lo squadrismo stesso si è configurato fin da subito come un movimento giovane, e dunque intrinsecamente portato alla volontà di potenza. Questa realtà è sotto gli occhi di tutti, ma il più delle volte, per questioni più anagrafiche che ideologiche, si cade nel paradosso di difendere l’attuale sistema ma criticare i frutti che produce, posizione che si allinea con il pensiero di Oriana Fallaci. Si è voluto distruggere a tutti i costi un ordine ferreo, basato sull’aristocrazia spirituale e sui valori tradizionali, credendo di aver aperto la strada ad un futuro più umano, fatto di libertà e tolleranza, per ritrovarsi in un caos di relativismo e perdita di identità.
La perdita del conflitto generazionale
La questione anagrafica svolge un ruolo di cruciale importanza, perché la mentalità di un popolo isterilito sarà più orientata verso il benessere materiale e l’assistenza sociale piuttosto che alla volontà di conquista e dominio tipica di società giovani. Non a caso oggi nel nostro paese ci ritroviamo una minoranza di giovani che ha paradossalmente assimilato i comportamenti della maggioranza anziana, adottandone di fatto la forma mentis decadente, che si esplica nel culto della vita comoda, nel borghese individualismo e nell’uso di palliativi per soppiantare il senso di vuoto e la crisi valoriale della società de-ideologizzata di stampo liberal-capitalista, che dal canto suo ha tutto l’interesse alla creazione di una massa di deboli consumatori. È questo uno dei motivi per cui la progressiva sostituzione della popolazione autoctona con una massa africana/asiatica per sopperire al calo delle nascite non si rivelerà una soluzione efficace: le seconde e terze generazioni assumerebbero man mano la mentalità post storicista occidentale, smettendo a loro volta gradualmente di procreare.
La guerra risveglia l’Europa?
Solo con lo scoppio della guerra alle porte di casa e con l’aggravarsi della situazione geopolitica a livello internazionale, l’Europa ha iniziato a prendere coscienza e a liberarsi dalla gabbia post storicista imposta dal liberal capitalismo di stampo americano per ben 80 anni, reagendo con piani di aumento delle spese militari e sviluppo di nuovi sistemi d’arma per la difesa comune, per poter ritrovare finalmente la sua missione storica.
Michele Cucchi
 
			         
														 
 
	