
Precisamente, l’articolo 1 del ddl recita: “La presente legge regola il trattamento tributario delle operazioni finanziarie poste in essere osservando i principi della legge islamica, la sharia, al fine di assicurare un’imposizione fiscale equiparata a quella delle operazioni convenzionali.” Attenendosi così alla legge islamica per il partito di Alfano si possono “attrarre capitali ingenti che altrimenti transiterebbero altrove”. Come riportato anche da Il Sole 24 Ore: l’obiettivo è aprire l’Italia alla finanza islamica, vale a dire al mercato di prodotti e servizi finanziari rispettosi dei precetti della shariī‘ah, la legge coranica.
Secondo i redattori della proposta di legge il principale ostacolo all’espansione della finanza islamica in Italia “è la duplicazione dell’imposizione fiscale che si paleserebbe a causa della struttura di tali operazioni, necessaria a garantirne la conformità ai principi della Sharia”. Ecco quindi che è necessario, secondo gli esponenti de partito di Alfano, adoperarsi con leggi ad hoc per favorire gli investimenti dei musulmani. Perché non basta aprire le porte agli immigrati e ai capitali stranieri, è necessario pure dar loro la possibilità di comprare tutto il comprabile in Italia.
Alessandro Della Guglia