Roma, 1 giu – “Disposizioni concernenti il trattamento fiscale delle operazioni di finanza islamica”, è il titolo della proposta di legge depositata alla Camera da Maurizio Bernardo, tesoriere del gruppo parlamentare Ap. L’alfaniano Bernardo, presidente della commissione Finanze, nonché responsabile dell’Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia-Israele e consigliere della Fondazione Italia-Usa, intende così agevolare gli investimenti islamici in Italia. “Ho pensato a questa legge dopo la Brexit, per intercettare un mercato gigantesco”, ha dichiarato Bernardo.
Precisamente, l’articolo 1 del ddl recita: “La presente legge regola il trattamento tributario delle operazioni finanziarie poste in essere osservando i principi della legge islamica, la sharia, al fine di assicurare un’imposizione fiscale equiparata a quella delle operazioni convenzionali.” Attenendosi così alla legge islamica per il partito di Alfano si possono “attrarre capitali ingenti che altrimenti transiterebbero altrove”. Come riportato anche da Il Sole 24 Ore: l’obiettivo è aprire l’Italia alla finanza islamica, vale a dire al mercato di prodotti e servizi finanziari rispettosi dei precetti della shariī‘ah, la legge coranica.
Secondo i redattori della proposta di legge il principale ostacolo all’espansione della finanza islamica in Italia “è la duplicazione dell’imposizione fiscale che si paleserebbe a causa della struttura di tali operazioni, necessaria a garantirne la conformità ai principi della Sharia”. Ecco quindi che è necessario, secondo gli esponenti de partito di Alfano, adoperarsi con leggi ad hoc per favorire gli investimenti dei musulmani. Perché non basta aprire le porte agli immigrati e ai capitali stranieri, è necessario pure dar loro la possibilità di comprare tutto il comprabile in Italia.
Alessandro Della Guglia