Roma, 1 dic – Domenica 30 novembre a Gallarate oltre duecento persone, tra militanti identitari e comuni cittadini, hanno preso parte nel tardo pomeriggio ad un presidio statico in piazza Garibaldi. Un mare di bandiere tricolori e di voci radunate dietro ad uno striscione di dieci metri che riportava una sola parola: remigrazione.
La remigrazione è un successo anche a Gallarate
La manifestazione, chiamata dal Comitato Remigrazione e Riconquista, arriva ad una settimana da un terribile fatto di cronaca: una donna italiana di 53 anni è stata aggredita, violentata e derubata da un immigrato gambiano presso una fermata dell’autobus mentre si recava a lavorare. Un fatto tragico che ha portato un gran numero di cittadini gallaratesi ad unirsi ai militanti identitari in questa sentita e partecipata manifestazione. Come è facilmente immaginabile, l’iniziativa ha suscitato seri dolori di pancia ai soliti noti antifascisti che, tuttavia, nulla hanno potuto contro la rabbia dei cittadini gallaratesi: hanno iniziato per primi i Verdi che, subito dopo l’annuncio pubblico della manifestazione, hanno chiamato un contro-presidio, salvo poi farlo rientrare subito a loro detta “per senso di responsabilità e per non alimentare la tensione”. Insomma, un bel giro di parole per dire “i cittadini sono così inferociti che va a finire che ci ritroviamo in dieci col fazzoletto rosso al collo”. Dopo questa figura meschina hanno provato a metterci una pezza con il loro solito metodo: chiedere alla Questura e alla Prefettura di vietare il presidio per la remigrazione. Inutile dirlo, nessun passo indietro da parte del Comitato Remigrazione e Riconquista che ha addirittura rilanciato spostando il presidio dal luogo originariamente concordato (piazza Libertà) ad una piazza più capiente – visto l’elevato numero di adesioni – come piazza Garibaldi.
Pignataro parla dello stupro come “atto fascista”
Vista l’aria che tirava, ci ha provato l’ANPI – per chi se li fosse dimenticati, gli stessi che ad aprile scorso ci deliziarono con sorprendenti esternazioni sulla natura intestinale della Liberazione – a salvare in corner la già malridotta faccia della sinistra gallaratese; in buona sostanza hanno cercato di sfruttare l’annuale commemorazione di Luciano Zaro (partigiano del varesotto) come “contromanifestazione”. Tralasciando il fatto che la “contromanifestazione/commemorazione” si è tenuta nella mattinata (con scarsa partecipazione peraltro) di domenica 30 novembre e non in contemporanea col presidio per la remigrazione (come dovrebbe avvenire per una contromanifestazione), nel corso dell’evento abbiamo assistito di nuovo ad affermazioni assai discutibili, in particolare dall’esponente del Partito Democratico Giovanni Pignataro: “Non possiamo dire che non sia successo niente (in riferimento allo stupro della scorsa settimana, n.d.r.) e ci uniamo alla battaglia contro la violenza contro ogni donna, perché anche quella è fascismo”. Capito? Secondo il PD di Gallarate lo stupro perpetrato la scorsa settimana da un immigrato gambiano contro una donna italiana sarebbe un “atto fascista”. Parole deliranti che sono subito state stigmatizzate – giustamente – nel corso del presidio del Comitato Remigrazione e Riconquista.
Da Gallarate a Brescia
Insomma, le hanno provate tutte per far fallire il presidio identitario: dalle contromanifestazioni subito ritirate alle richieste di vietare la manifestazione, dall’invito (ignorato dai cittadini) a disertare il centro di Gallarate fino alle deliranti dichiarazioni avvenute alla commemorazione dell’ANPI. Nulla di tutto questo ha avuto successo. Il presidio di Gallarate è stato un successo oltre ogni aspettativa, sia per la capacità e la rapidità di mobilitazione di cui ha dato prova il Comitato Remigrazione e Riconquista sia per l’enorme adesione di cittadini comuni oltre ai militanti identitari. Quest’ultimo aspetto in particolare è il vero schiaffo a chi voleva che la manifestazione non avesse luogo, perché mostra il carattere genuinamente popolare del presidio: non una piazza esclusivamente di militanti politici, ma soprattutto di cittadini stufi della condizione di degrado e invivibilità in cui versano le nostre città. E, dopo il successo di questa domenica a Gallarate, il Comitato Remigrazione e Riconquista rilancia: “Ora tutti a Brescia il 13 dicembre al grande corteo per la remigrazione”.
Enrico Colonna