Roma, 28 mag – Macron arriva in Vietnam per una missione diplomatica. Ma a bucare lo schermo non è un discorso politico, né una stretta di mano col segretario del Partito Comunista vietnamita (senza scordarci quella all’Eliseo con il terrorista Al-Jolani). A far parlare è un gesto di stizza della moglie Brigitte, appena scesa dall’aereo presidenziale.
Macron e il gesto di stizza della moglie
Nel video diventato virale, si vede la première dame allontanare con la mano il volto del marito con un movimento secco, quasi a scacciarlo. Qualcuno ha gridato allo schiaffo, ma a ben guardare si tratta di un tocco, un gesto nervoso, forse irritato, certo poco elegante, ma ben lontano dalla violenza. La figuraccia, quella sì, è assicurata. In effetti oggi basta poco: se tocchi, diventa uno schiaffo; se fischi, diventa una molestia. Come sempre, però, la cosa più stucchevole sono le reazioni del circo ideologico. Da un lato, i neomascolinisti che si indignano: “Se fosse stato lui a farlo, sarebbe già sotto processo per violenza domestica”. Dall’altro, le neofemministe: “Se il gesto violento lo fa una donna, è empowerment”. La verità è che questa ossessione delle “parti invertite” è il vero veleno culturale del nostro tempo. È il pensiero debole travestito da giustizia. È il tentativo infantile di creare un’umanità neutra, simmetrica, scambiabile. Ma il mondo reale, quello in cui viviamo, non funziona così. Si tratta di prendere atto di un’evidenza che solo l’ideologia può negare: uomini e donne sono differenti. Non ci sono “parti” da “invertire”, perché non siamo ingranaggi identici. Cambiano i corpi, cambiano le reazioni, cambiano i codici sociali, cambia perfino il modo di manifestare aggressività o affetto. Pensare che un gesto fatto da una donna abbia lo stesso significato, lo stesso peso, la stessa risonanza sociale di uno identico fatto da un uomo è un’illusione da laboratorio ideologico. O, peggio, un pretesto per continuare guerre culturali senza costrutto.
Una gag da film dei Vanzina
Il gesto di Brigitte Macron, al netto delle interpretazioni, è una dinamica coniugale, non un caso di cronaca nera. È fastidio, stanchezza, irritazione — magari anche sgarbo, ma non “violenza”. Mentre gli passava accanto, la première dame avrebbe sibilato in francese un tagliente “dégage, espèce”, che tradotto suona come “vattene, perdente”. Difficile non prenderla a ridere, dal momento che lo sbarco istituzionale si è trasformato nel set di un film dei Vanzina. In ogni caso processare ogni gesto come se fosse il sintomo di un sistema di oppressione, è la malattia morale del nostro tempo. Forse, alla fine, il vero gesto di stizza non è quello di Brigitte. È quello che facciamo noi, ogni volta che ci rifiutiamo di guardare le cose per quello che sono, mettendo dei filtri ideologici che ingigantiscono anche le cose più stupide. Perchè vogliamo credere che ci sia qualcosa di “grosso” dietro, perchè preferiamo viverle attraverso un meme, una polemica o un hashtag.
Vincenzo Monti