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Il Batclan all’Eliseo: Macron incontra Al-Jolani

by Michele Iozzino
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Roma, 8 mag – Uno jihadista alla corte di Macron. Si potrebbe descrivere così l’incontro di ieri tra il presidente francese e Al-Jolani. Incontro che rischiava perfino di passare in secondo piano, eclissato dalla visita del neo cancelliere tedesco Friedrich Merz, ma che è a suo modo storico. È il terrorismo islamico, il Bataclan che vengono accolti nelle stanze dell’Eliseo.

L’incontro tra Macron e Al-Jolani

“La stretta di mano della vergogna”, la definisce così Marion Maréchal. Mentre Éric Ciotti parla di “tappeto rosso” che avrà “il colore del sangue delle vittime del terrorismo islamista”. L’incontro tra Macron e Al-Jolani è anche questo, il riconoscimento istituzionale di un carnefice e un tagliagole, non troppo diverso da quelli che hanno insanguinato la Francia negli ultimi anni. Non che il presidente francese creda davvero nella normalizzazione di Al-Jolani o nei suoi tentativi di presentarsi come un interlocutore rassicurante e moderato. Anzi, la butta sulla realpolitk, assicurando di conoscere il passato dei nuovi leader siriani e di non nutrire “ingenuità” in proposito, ma chiedendo per il futuro di “fare tutto il possibile per garantire la protezione di tutti i siriani, senza eccezioni, qualunque sia la loro origine, religione, fede o opinioni” e di consegnare alla giustizia i responsabili dei recenti massacri contro i civili. Tradotto, la Francia e pronta a chiudere un occhio pur di mettere un piede in Siria e giocare la sua partita all’interno del caotico quadro geopolitico mediorientale.

Tutto in nome della realpolitk?

È in questo senso che si devono leggere le dichiarazioni di Macron sulle sanzioni e su Israele. Il presidente francese si è detto favorevole a proseguire “la graduale revoca delle sanzioni economiche europee” e ha invitato gli Stati Uniti ad affrettarsi a fare lo stesso. Mentre ha definito come “cattiva pratica” gli attacchi israeliani in Siria e affermato che questi non avrebbero garantito “la sicurezza a lungo termine di Israele” in quanto “non si può garantire la sicurezza del proprio Paese violando l’integrità territoriale dei propri vicini”. Come scrive Andrea Muratore su Insideover, quella di Macron è una “rischiosa scommessa” nel tentativo di “sfruttare la fase di indecisione in corso e il braccio di ferro tra una Turchia sistematicamente rivale e il sempre più imprevedibile Israele per guadagnare posizioni in Siria” e per far tornare la Francia protagonista in Medioriente. Il tutto al prezzo di dare legittimità ad un ex membro di Al-Qaeda.

Michele Iozzino

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