
L’elenco dei richiedenti asilo (immigrati clandestini giunti o con i barconi o per la rotta balcanica) autori di attentati non è poi così breve. Basta ricordare che uno degli attentatori di Parigi, Ali Al-Iraqi che si fece esplodere allo Stade de France era arrivato in Europa proprio su un barcone. Passando in Germania, come dimenticare il dicassettenne afghano, rifugiato classificato come minorenne non accompagnato, che a colpi di ascia e coltello attaccò i passeggeri di un treno in Baviera, o Mohammed Delel, il richiedente asilo siriano che si è fatto esplodere ad Ansbach, non lontano da Norimberga, nel tentativo di compiere una strage.
Ora che anche l’attentatore di Berlino si è scoperto essere un richiedente asilo pakistano giunto in Germania nel febbraio scorso come “migrante”, ora che la poliza tedesca sta setacciando i campi profughi della capitale in cerca di complici, chissà se Marco Minniti avrà il coraggio e l’intelligenza di prendere nota di fatti che smentiscono clamorosamente le sue dichiarazioni di pochi mesi fa. Il dubbio è che non lo farà e che nel cambio tra Alfano e il suo successore, la sensazione è di essere passati dalla padella alla brace.
Giorgio Nigra e Davide Romano
1 commento
in realtà è molto più grave e preoccupante per la nostra società il figlio di immigrati che compie attentati (e questo a far data dalle bombe nella metro a Londra nel 2005) del “kabib” che arriva col barcone;perchè nel primo caso si ha la prova provata che non sempre la mitica INTEGRAZIONE funziona (sia che regali passaporto e nuova cittadinza o meno) e che quando non funziona non un è videogioco, ma si muore per davvero.