Roma, 1 novembre – Si è svolto lo scorso sabato 28 ottobre l’incontro organizzato dal Centro Studi Kulturaeuropa dal titolo “Partecipazione è lotta – L’Europa degli studenti”. Al centro dell’incontro i temi caldi sulla scuola, ma anche una vocazione europea che per gli organizzatori dell’incontro deve tracciare nuovi progetti storici per l’Italia.
Kulturaeuropa e studenti
L’incontro si è svolto presso la Libreria Horafelix di Roma e ha visto la partecipazione di numerosi studenti superiori ed universitari. Con gli interventi del Prof. Gian Piero Joime, docente di economia dell’ambiente; Sergio Filacchioni responsabile nazionale del Blocco Studentesco; Ferdinando Viola di Azione Universitaria e Roberto Zanni di Azione Studentesca; l’incontro ha voluto tracciare per gli studenti un percorso alternativo e costruttivo alle derive gretine e mainstream per un progetto europeo che sappia mettere da parte quel “contenitore” normativo che è Bruxelles in favore di un progetto veramente rivoluzionario: quello che già teorizzato durante il Fascismo ed espresso nel Manifesto di Verona, fu quello di chi avrebbe voluto un’Europa unita contro il capitalismo finanziario e gli interessi russi ed anglo-americani. Al centro del dibattito però anche i temi della scuola e dell’università italiana che secondo tutti i relatori soffrono del male sessantottino, ma necessitano di un maggiore “interventismo” sia da parte di studenti, chiamati quindi alla “partecipazione” come nuovo mito mobilitante, ma anche da parte di classi dirigenti che vorrebbero imporsi ma poi lasciano campo aperto a liberali e progressisti dem.
Operare in ottica di bonifica
Il leitmotiv dell’incontro è stato quindi l’idea di dover tornare a parlare ai giovani e con i giovani di progetti storici audaci, coraggiosi e futuristi, che sappiano coniugare storia ed avvenire. Ben sottolineato dal Professor Joime quindi quello spirito che fu delle bonifiche integrali: la conquista della terra di contro a quell’abbandono che oggi – su più livelli – è il mantra di una politica che ha dimenticato ogni anelito di sfida e grandezza. Uno spirito che andrebbe recuperato in tutti campi: dalla cultura all’economia, dalla politica alla società. Infine, l’esortazione a trasformare ogni luogo in cittadella, ad utilizzare ogni mezzo a disposizione per cambiare la realtà che ci circonda: perchè contro ogni mito incapacitante di passati bucolici, “L’Italia è l’ala tricolore di Ferrarin, l’onda magnetica di Marconi, la bacchetta di Toscanini, il ritorno a Dante”. Si rende quindi necessario utilizzare come un’arma la nostra cultura, senza lasciare spazio a cancellatori o conservatori. Che poi sono la stessa cosa.
La Redazione