Riproponiamo un omaggio dello scrittore Antonio Pennacchi a Daniele Nardi, l’alpinista di Sezze morto tragicamente sul Nanga Parbat nel marzo del 2019. Nel testo pubblicato sulla sua pagina Facebook, lo scrittore pontino esalta la volontร dell’alpinista di “superare i limiti imposti”, in controtendenza con i molti che soprattutto sui social hanno criticato il tentativo di Nardi giudicandolo “un rischio inutile”.
In giro per Latina oltre che per i social cโรจ chi dice: โMa chi glielo ha fatto fare? Come gli salta per la testa, a uno di Sezze, di andare fino sopra allโHimalaya, al Nanga Narbat, con moglie e un figlio piccolo a casa? Non glielo aveva detto pure Messner: rinunciate, non andateci?โ. Beโ, con tutto il rispetto per Messner, credo perรฒ che non ci sia stato nessuno โ tra tutti quelli che lo hanno conosciuto sia a Sezze che a Latina, a cominciare dalla madre โ che non gli abbia detto chissร quante volte: โNon partire Danieโ, stร ttene alla casa!โ. Ma lui ti guardava con quegli occhi bambini, e poi sorrideva: โDebbo andare per forzaโ.
โPรฌgliatela in quel posto, allora, adessoโ dicono sui social o in giro per i bar, dimenticando che โ prima o poi โ si muore tutti a questo mondo, pure quelli che restano a casa. Pure giovani giovani, magari in macchina sulla Pontina o una Migliara, quando non proprio dentro il bagno di casa, scivolando sulla saponetta. Muoiono perfino quelli che non fumano โ quelli che non hanno proprio mai fumato, mai drogato, mai bevuto, pensa tu! โ mentre certi che fumano arrivano pure a centโanni. Cโรจ poco da fare: prima o poi si muore tutti e non conta โ alla fine โ come si muore, ma come si รจ vissuto.
La volontร di andare “oltre il limite”
Non cโรจ essere umano che โ da bambino o adolescente โ non abbia sognato di fare, da grande, ciรฒ che nessun altro aveva mai fatto: nel lavoro, nello sport, nellโarte, nella scienza o nellโavventura. Poi man mano, crescendo, la maggior parte si adegua agli standard del reale e cerca una vita pressappoco uguale a quella degli altri: โPerchรฉ chiedere di piรน?โ. Ci sono invece quelli โ una minoranza โ a cui il fuoco non si spegne con la crescita, a cui il fuoco rimane. A loro non basta una vita normale. Debbono sempre osare e stirarla al massimo: sempre in cerca di guai, sempre in bilico sullโorlo per superare il limite.
Pensano unโimpresa e subito la tentano, e piรน รจ difficile e piรน gli viene voglia: โNon lโha fatta mai nessuno? Beโ, รจ per questo che la debbo fare io. Se no chi la fa?โ. Pensa solo a quanta gente รจ morta, prima che imparassimo a volare.ย Quelli che vanno in cerca di guai ci servono come il pane. Svolgono una fondamentale funzione cosmica, prima ancora che sociale. Eโ una legge della fisica: non possiamo essere tutti perfettamente uguali, non esiste in natura la normalitร . Pure se vai in spiaggia da Capo Portiere a Rio Martino e ti metti con il microscopio, tu non troverai due chicchi di sabbia perfettamente identici. Ora noi umani siamo sostanzialmente tutti uguali e le spinte che animano il conscio e lโinconscio di quella minoranza โ quelli che, quando tutti guardano da una parte, loro invece guardano da unโaltra: per terra, di lato, per aria o comunque oltre; i divergenti โ quelle stesse spinte le abbiamo tutti, dentro. La maggioranza poi le reprime, per il fortissimo impulso a conformarsi agli altri, a sembrare in tutto e per tutto uguali per essere accettati dagli altri, amati e rassicurati.
Il primo passo della civilizzazione
Per fortuna perรฒ ci sono pure quelli come Daniele Nardi โ ma come anche Tom Ballard e Virginia Chimenti del resto, la volontaria Onu di Cisterna caduta lโaltro giorno col Boeing in Etiopia, mentre era in volo per Nairobi โ che quelle spinte non le hanno represse ed hanno vissuto fino in fondo la voglia di divergere, di scoprire lโignoto e superare i limiti imposti.ย Se non ci fossero al mondo quelli come loro โ quelli che con gli occhi bambini e col sorriso sulle labbra sfidano lโinviolabile โ noi staremmo tutti ancora allโetร della pietra, anzi, pure prima: sopra le piante come ogni altra specie di scimmie, nel centro dellโAfrica, a mangiare banane.
Quando il primo di noi โ un milione e mezzo dโanni fa โ รจ sceso dallโalbero, ha raccolto una pietra e con questa pietra ne ha scheggiata unโaltra per farne un utensile e sโรจ levato in piedi in mezzo alla savana, a vedere se per caso passasse una gazzella, noi tutti in coro, da sopra allโalbero, gli strillavamo: โChe cazzo stai a faโ? Torna subito qua sopra, che lร sotto ti si mangiano i leoniโ.
Invece รจ lรฌ che รจ nata la civiltร โ la tรจkne, lo sviluppo โ il primo passo della civilizzazione, con tutti noi che dietro a lui, mano mano, siamo scesi dallโalbero e un passo dopo lโaltro, seguendo loro, siamo arrivati dove siamo, alle navicelle spaziali oramai pronte per la conquista dello spazio. Ogni singolo progresso dellโumanitร รจ dovuto a quei pochi โ come Daniele Nardi โ nati e cresciuti con il fuoco dentro e privi del normale senso del limite. Li dovremmo solo ringraziare.ย Ciao, Daniele. Riposa in pace col tuo amico Tom Ballard. Vi sia lieve la neve che vi copre. Un pensiero ai vostri cari.
di Antonio Pennacchi
2 comments
Sono d’accordo con lo scrittore Pennacchi sul suo omaggio del varcare i limiti, anche se a volte รจ piรน una sfida per noi stessi, per non cedere alle paure dell’impossibile. Quante porte sarebbero ancora chiuse se ci fossimo fermati a pensare che รจ impossibile da tentare? Ci sarebbe precluso anche lo spazio o il tentare una vita oltre il nostro sistema solare. Ci sono persone che per tutta la loro vita hanno guardato con invidia la vita degli altri, ci sono altre che hanno osato e hanno creduto all’impossibile.
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