Roma, 29 gen – Il 18 gennaio scorso, Carlo Calenda ha lanciato il manifesto “Siamo Europei”, ovvero una chiamata alle armi dei sedicenti “competenti” del mondo progressista, politico e accademico, per combattere i funesti partiti sovranisti che attentano alla democrazia e alimentano la “crisi profonda dell’intero Occidente”, perché “Siamo europei. Il destino dell’Europa è il destino dell’Italia”. ()
Il progetto era stato annunciato in un post pubblicato dall’ex Ministro dello Sviluppo Economico su Twitter, nel quale, autonominandosi avvocato difensore di Federico Fubini oltraggiato da Maurizio Belpietro, elogiava e blandiva George Soros e la sua Open Society Foundations: “Fubini è uno dei migliori giornalisti italiani. Soros è Presidente di una Fondazione che difende la società aperta e la democrazia. Belpietro è quello che ognuno può vedere. Io sto con Fubini e pure con Soros. E se l’alternativa è Belpietro pure con Gordon Gekko”.
L’unica verità di questo post è il paragone tra lo speculatore ungherese e il protagonista del film del 1987 “Wall Street”, condannato per insider trading. Peraltro, nel sequel del 2010 “Wall Street – Il denaro non dorme mai”, dopo il rilascio dalla prigione, Gordon Gekko prevede in anticipo la crisi finanziaria scoppiata nel 2008, ottenendo notevoli guadagni grazie alle speculazioni finanziarie. Profitti ottenuti realmente da George Soros, come mostra il grafico elaborato da Bloomberg.
La manipolazione del Corriere e il ruolo di Fubini
Torniamo al post. Come dicevamo, Calenda si è fatto paladino di Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, in seguito all’affaire scoppiato per le dichiarazioni del corrispondente da Bruxelles della testata, Ivo Caizzi.
Il giornalista ha denunciato la manipolazione delle notizie in merito alle trattative tra Italia e Ue sulla manovra di bilancio, operate dal direttore Luciano Fontana e appunto Fubini. Caizzi si è chiesto se ciò potesse aver “influito sui mercati, favorendo mega speculatori che in quei giorni scommettevano sulla destabilizzazione dell’Italia. Il direttore Fontana ha più volte nascosto le mie notizie sul dialogo tra UE e Italia, dando spazio a speculazioni su un’inesistente procedura di infrazione. Salvo poi, a intesa trovata, intestarsi la vittoria. Un danno ai BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) però, causa spread, potrebbe esserci stato”. Sempre secondo Ivo Caizzi, Fubini avrebbe dato nei suoi articoli per il Corriere, la certezza riguardo alla procedura di infrazione della Commissione Europea contro l’Italia, mentre in realtà a Bruxelles era già in corso la trattativa.
Da questo caso di presunta disinformazione, sono scaturite un’interrogazione parlamentare presentata da trenta senatori, e un esposto-denuncia inviato al Procuratore capo di Milano, Francesco Greco, in merito alla possibile alterazione dei mercati. Nel frattempo informato dell’incontro tra Soros e Timmermans, l’europarlamentare Mario Borghezio ha presentato un’interrogazione al Parlamento Europeo, nella quale si evidenzia la questione della crescente influenza di George Soros e della sua fondazione, “volta a influenzare i mercati e le istituzioni”.
L’ingerenza di Soros all’Europarlamento
Per Borghezio, “nell’incontro svoltosi il 26 novembre a Bruxelles tra George Soros ed il vicepresidente della Commissione Franz Timmermans, il discusso finanziare avrebbe chiesto di bocciare la manovra economica italiana, dando spazio ad un intervento diretto della Troika in Italia”. Peraltro, mossa già raccomandata dallo speculatore a Mario Monti nel 2011, appena nominato Premier del Governo tecnico: “Soros mi chiamò suggerendomi di chiedere aiuto all’Europa, ma noi volevamo evitare di far entrare la Troika e non seguimmo quel consiglio. Ma Soros era molto preoccupato per la situazione italiana”.
Il filo conduttore che lega le interrogazioni parlamentari depositate in Italia e in Europa è Federico Fubini, membro del board della Open Society Foundations e vicedirettore del più influente giornale italiano, e per questo motivo, potenzialmente favorevole all’agenda politica e speculativa di George Soros, e presumibilmente in posizione di conflitto di interessi per i due ruoli ricoperti. Torniamo a Carlo Calenda. Appena lanciato il manifesto “Siamo Europei”, l’ex Ministro promuove il suo primo endorsement, e afferma che presenzierà al congresso di Volt, neonato movimento politico della cosiddetta Generazione Erasmus, finanziato dalla fondazione di George Soros.
Il debutto di “Siamo Europei” è avvenuto, come perfettamente prevedibile, al congresso di Più Europa, dove Calenda ha esposto le linee guida del suo manifesto, incoraggiando il partito dell’amica di Soros, Emma Bonino, sull’opportunità di fare squadra per le prossimo voto di maggio: “A Più Europa ho chiesto di combattere insieme la battaglia per la democrazia, perché abbiamo una convinzione comune: l’Italia e l’Ue possono cambiare e sono più forti di chi le vuole deboli”.
L’esordio da leader di Carlo Calenda è nato sotto una stella decisamente sorosiana.
Francesca Totolo