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Coppa Italia, dal derby di Milano a Juve-Fiorentina. Scintille per una coccarda

by Marco Battistini
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Roma, 20 mar – Poche ore prima di prenderne 4 dal Milan, il tecnico della Lazio Maurizio Sarri l’ha definita “una delle competizioni più antisportive del mondo”. Ma ha anche dei difetti, aggiungiamo noi: battute a parte, la tanto contestata – nonché da più parti sminuita – Coppa Italia è arrivata alle semifinali. Saranno quindi le milanesi, che si sfideranno nell’ennesima stracittadina – gara di andata martedì prossimo, ritorno il 20 aprile – Fiorentina e Juventus (in entrambe le occasioni i giorni successivi al derby meneghino) a contendersi i due posti per la finale di Roma dell’11 maggio.

Coppa Italia: milanesi appannate ma ancora protagoniste

Si rincorrono in testa alla classifica da ormai 18 mesi: non contenti, rossoneri e nerazzurri raddoppiano ancora una volta la loro sfida in Coppia Italia, nel secondo trofeo nazionale per importanza. Un anno fa ebbero la meglio gli uomini di Conte, in un elettrico quarto che ricordiamo più per il testa a testa Ibra-Lukaku che per la risolutoria pennellata di Eriksen a tempo abbondantemente scaduto.

Derby di Milano che comunque si giocherà sulla falsariga di quanto visto in campionato, con l’Inter a fare la partita e il Milan in agguato, pronto a far male nel momento opportuno. Nel secondo anticipo di ieri i campioni d’Italia hanno chiuso un altalenante – prima nei risultati, ora anche nelle prestazioni – febbraio senza ritrovare a Genova né gol né certezze. Nonostante questa congiuntura negativa, i nerazzurri impressionano per produzione offensiva: il primo giocatore chiave del doppio incontro sarà sicuramente Maignan. Già decisivo a inizio mese è l’uomo in più di una difesa ancora troppo ballerina – vedi errori tattici, marcature troppo morbide, distrazioni varie. Rossoneri nervosi nelle ultime uscite: tra i più lucidi Sandro Tonali. Il numero 8 sta studiando, con ottimi risultati, per diventare un Gattuso 2.0 dai piedi educati: con ogni probabilità toccherà al giovane lodigiano limitare la vivacità del dirimpettaio Barella.

In casa interista importanti le motivazioni (alias voglia di riscatto) di De Vrij e Lautaro Martinez. L’olandese dopo le frittate delle ultime stracittadine (autogol, colpe sulla seconda rete di Giroud), il Toro, già uomo-derby ma ipnotizzato dal dischetto in autunno, è chiamato ad uscire dall’ennesima secca realizzativa in cui ciclicamente ricade.

Fiorentina – Juve: una rivalità totale

Non è una stracittadina, ma – in particolare a Firenze – è come se lo fosse. Anzi, vale qualcosa di più ed è per questo che i motivi “ambientali” prevaricano spesso quelli prettamente pedatori. In principio il pomo della discordia fu qualche svista arbitrale di troppo nel torneo 1981/82, vinto da Madama con un solo punto di vantaggio proprio sui gigliati. Poi, nel 1990, Roberto Baggio. Acqua (forse) passata tornata ad agitarsi in occasione degli affari – tradimenti direbbero i viola – Bernardeschi e Chiesa. Un fiume oggi in piena “grazie” all’ultimo colpo di mercato dei bianconeri, con il forte Vlahovic che non ha saputo resistere all’immortale fascino della Vecchia Signora. C’è grande attesa (anche) per capire come il Franchi “accoglierà” colui che fino a gennaio è stato l’idolo del tifo toscano. Ma oltre l’odio atavico, c’è il campo.

Nonostante il vuoto lasciato dal vice capocannoniere della Serie A (parzialmente coperto da Piatek), la squadra di Italiano ha dimostrato di aver le carte in regola per centrare l’obiettivo europeo – che può arrivare anche dalla coppa nazionale – per mezzo di un ormai collaudato sistema di gioco che prevede ritmo, velocità e sfruttamento massivo delle fasce laterali. Corsie esterne che guarda caso sono il punto debole della banda di Allegri: i detentori del della Coppa Italia prediligono infatti la dorsale centrale, vuoi per l’utilizzo del doppio regista difensivo De Ligt – Bonucci, vuoi per un centrocampo abile nel palleggio (su tutti l’imprescindibile Locatelli). Se innescate a dovere, la differenza dovranno farla le punte bianconere.

La fame del Milan, l’Inter che punta al tripletino, le motivazioni di Firenze, la Juve per confermarsi: anche quest’anno c’è sempre un buon motivo per appuntarsi la coccarda sul petto.

Marco Battistini

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