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A Torino il solito odio rosso dei centri sociali: lanci di uova e scontri con la polizia

by Michele Iozzino
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centri sociali

Roma, 3 ott – Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene a Torino per il Festival delle Regioni. i centri sociali e la galassia antifascista scendono in piazza tra lanci di uova e manganellate della polizia.

Centri sociali contestano Giorgia Meloni

Meloni a Torino non sei la benvenuta”, è questo lo striscione che apre il corteo dei centri sociali. Quelli che giornali mainstream come Open chiama approssimativamente studenti sono in realtà un mosaico di NoTav, Potere al Popolo, Cambiare Rotta, centro sociale Askatasuna (quello dei pestaggi ai “baluba”, per intenderci). I manifestanti sono partiti da Palazzo Nuovo per raggiungere piazza Carignano, luogo dove era atteso l’intervento della premier Meloni per le ore 12, ma gli accessi erano stati chiusi preventivamente. Così il corteo è arrivato a contatto con il cordone delle forze dell’ordine, provocando tafferugli e fatto partire le cariche da parte della polizia. Successivamente i manifestanti si sono spostati in via Lagrange, dove hanno lanciato uova contro gli agenti, per poi spostarsi in piazza Castello dove hanno acceso qualche fumogeno.

Il solito odio rosso

“Le cariche violente hanno mostrato il vero volto di questo Governo. Come i trent’anni di governi che lo hanno preceduto, continua a portare avanti solo politiche antipopolari, dall’abolizione del reddito di cittadinanza a non aver portato nessuna soluzione sulla questione del caro affitti, ed è evidente come non abbia nessun interesse a rispondere ai problemi sociali che in questo momento investono il nostro paese”. Così si lamentano i collettivi dopo aver provocato la reazione delle forze dell’ordine. Nelle contestazione c’è spazio anche per la più classica retorica pacifinta, con i centri sociali che rimproverano al governo il sostegno a Kiev: “Fedele alla linea dell’Unione Europea e della Nato gli unici interessi sono guerra e tagli alla spesa sociale, usando i manganelli contro i settori che pagano questa crisi, proprio ora che ci avviciniamo alla prossima manovra finanziaria e al rinnovo del voto per l’invio di armi”. Insomma, il solito odio rosso tra vigliaccheria e vittimismo.

Michele Iozzino

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