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Allarme meningite in Toscana: cinque vittime e vaccino per centodiecimila

by Francesco Meneguzzo
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Cos’è la meningite: clicca sull’immagine per scoprirlo

Empoli, 31 mar – Quindici casi di meningite meningococcica in Toscana dall’inizio dell’anno: 11 da meningococco C, 2 da meningococco B e 2 da ceppo non noto, più il caso del 18enne di Monte Argentario ricoverato la sera del 29 marzo scorso all’ospedale di Grosseto per sospetta meningite meningococcica, per il quale sono ancora in corso gli accertamenti. Tanti casi quanti in tutto il 2014, mentre furono 12 nel corso del 2013, 18 casi nel 2012, soltanto 12 nel 2011 e 16 nel 2010, secondo i dati del sistema di sorveglianza delle malattie batteriche invasive gestito dell’Istituto Superiore di Sanità.

La meningite meningococcica rappresenta la variante batterica acuta della meningite, particolarmente acuta e provocata dal batterio Neisseria meningitidis, che, a differenza di quella virale, è spesso fatale – cioè conduce al decesso del malato – qualora non trattata con grande tempestività e intensità, e – al pari di altre varianti acute – talvolta causa di invalidità anche permanenti in caso di sopravvivenza.

I decessi per meningite batterica in Toscana, in questo scorcio di 2015, sono stati cinque sui 15 casi registrati, di cui tre intorno a Empoli, uno a Firenze e uno a Pisa. A parte i casi empolesi, tutti derivanti da meningococco di tipo C, gli altri sono del tipo B, che ha colpito un 48enne, e uno non tipizzato, che ha portato alla morte di un 82enne.

Nella Asl 11, quella empolese, sono quattro i casi nel 2015, di cui solo uno ha visto la sopravvivenza della paziente, e questo è il dato che ha destato la maggiore preoccupazione e l’allarme tra la popolazione, con migliaia di telefonate alla Asl di riferimento e perfino casi di bambini tenuti lontani dai luoghi più affollati inclusa la scuola.

In quindici anni si contano nei territori dell’empolese del Valdarno inferiore 22 casi si cui sette letali. Dei 15 casi del 2015, uno solo interessa bambini tra uno e 4 anni. Due casi sono nella fascia d’età 5-14, tre 15-20, quattro 21-30, quattro 31-49 e uno solo over 60 anni. Ciò significa, secondo il diretto del dipartimento prevenzione della Asl 11 di Empoli, Gabriele Mazzoni, che “può darsi che la campagna di vaccinazione degli ultimi dieci anni sia riuscita a proteggere maggiormente i più giovani piuttosto che gli adulti che non si sono sottoposto al trattamento preventivo”.

In me è scattata apprensione, ma non parliamo di allarme – ha commentato la direttrice generale della Asl Monica Pioviper questo abbiamo adottato questo tipo di misure eccezionali”, con riferimento alla decisione di proporre, in accordo con la Regione Toscana, la vaccinazione gratuita fino all’età di 45 anni e il richiamo, sempre senza spese, dopo dieci anni dalla prima vaccinazione per i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni. Una unità di crisi permanente è stata costituita il 29 marzo.

La giunta regionale presieduta da Enrico Rossi ha approvato una delibera per il richiamo gratuito dei ragazzi nella fascia 11-18 anni per il meningococco di tipo C mentre i soggetti potenzialmente vaccinabili gratuitamente nella sola Asl empolese sono 110mila, in base a questo provvedimento straordinario.

Va detto che a livello regionale il picco della meningite fu l’inverno 2004-2005 quando si verificarono 50 casi di meningococco accertati. Lo stesso Gabriele Mazzoni ha spiegato come anche all’epoca vi fosse stato un picco di influenza importante come quello a cui stiamo assistendo in questi primi mesi dell’anno: “Il punto massimo adesso lo abbiamo notato tra metà febbraio e metà marzo – spiega il dirigente di settore – segno, questo si può dire, che un picco di influenza favorisce la diffusione della meningite” a causa dell’indebolimento del sistema immunitario.

Particolarmente tragica la fatalità occorsa a una infermiera della stessa Asl empolese, Marta Corti, arrivata in pronto soccorso intorno alle ore 17 del 29 marzo con sintomi come febbre alta e disturbi gastrointestinali: due ore dopo si sono formate delle petecchie cutanee diffuse e un quadro di instabilità emodinamica e di confusione mentale che ha portato alle 19:30 al trasferimento in terapia intensiva, fino al decesso avvenuto poco prima della mezzanotte, nonostante l’attivazione di tutti i protocolli più specialistici e intensivi.

In questo, come in altri casi, è scattata con la massima urgenza l’individuazione di tutti coloro che sono stati a contatto con il malato negli ultimi dieci giorni (massimo periodo di incubazione), tipicamente da molte decine ad alcune centinaia di persone, per le quali la profilassi diventa indispensabile. “Il problema – spiega Mazzoni – è che i sintomi iniziali di meningite e influenza sono gli stessi”.

Come si trasmette la meningite meningococcica? Essenzialmente, attraverso il contatto con le secrezioni della persona infetta, ma anche dei portatori sani, come saliva e sangue, e non semplicemente per via aerea: “Il germe non è in grado di sopravvivere nell’ambiente”, ha dichiarato il direttore sanitario della Asl di Empoli, Renato Colombai.

Il problema è che almeno il 2% della popolazione è portatrice sana del batterio meningococco, tanto che soltanto nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette.

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Cintura della meningite: dove questa infezione è endemica (in rosso) e dove le epidemie sono frequenti (in marrone)

Secondo uno studio scientifico condotto dal Dipartimento di scienze biomediche, sezione di igiene, dell’Università di Bari, pubblicato nel 2012 sul Journal of Travel Medicine, e relativo su un vasto campione di immigrati che si trovavano allora nel centro richiedenti asilo della stessa città pugliese, oltre il 5% degli immigrati analizzati risultarono portatori sani proprio del temibile batterio Neisseria meningitidis, contro il 2% relativo alla popolazione italiana ma in accordo con il dato stimato per la cosiddetta “cintura della meningite”, l’area africana sub-sahariana dove l’infezione da meningococco è endemica (figura a fianco).

Premessa l’impossibilità di legare in modo causale diretto questo allarmante episodio d’insorgenza della meningite in Toscana con le tendenze dell’immigrazione, possiamo almeno ricordare che in questa regione, secondo i dati Istat, si è passati dai 323 mila residenti stranieri di inizio 2011 ai 351 mila di un anno dopo e infine ai 387 mila dell’inizio del 2014, secondo un trend accelerato che ha superato il 10% di incremento annuo, tanto che oggi l’incidenza della popolazione straniera sul totale si può stimare intorno al 12%, ben superiore al dato nazionale che non arriva al 9%.

LookOut Magazine n. 5 - maggio 2014Più in generale, sovrapponendo le più recenti rotte migratorie (figura a fianco) con la mappa della cintura della meningite, si osserva una straordinaria coincidenza che evidentemente, nonostante il brivido freddo che immaginiamo percorra la schiena dei lettori, non preoccupa più di tanto i sinistri alfieri della sostituzione di popolo.

Che l’allarme non sia da sottovalutare, per concludere, lo dimostra se ce ne fosse bisogno una circolare del Ministero della salute, risalente ai tempi della prima grande emergenza dell’immigrazione africana conseguente agli eventi libici, quindi al 2011 ma tuttora reperibile in rete, suggestivamente intitolata “Protocollo operativo per la sorveglianza sindromica e la profilassi immunitaria in relazione alla emergenza immigrati dall’Africa settentrionale” e che al punto “6” fa esplicito riferimento al controllo delle infezioni di meningite.

Francesco Meneguzzo

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Epidemia di meningite in Toscana: colpa dell’immigrazione (e noi l’avevamo detto) - Web-News24.com 24 Novembre 2016 - 10:36

[…] cui abbiamo dato ampiamente e recentemente conto su queste colonne, verso la causa scatenante che avevamo indicato quasi un anno fa: l’immigrazione clandestina promossa dalla sinistra al governo quasi ovunque in Toscana, a […]

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