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Cantone: “Presenza di mafia in gestione accoglienza immigrati è strutturale”

by Davide Romano
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Cantone accoglienza immigrati mafie Roma, 18 mag – “La vicenda di Isola Capo Rizzuto è solo uno dei casi in cui è documentata la presenza di organizzazioni criminali ed è un qualcosa per sua natura destinato a ripetersi”. Lo ha detto senza troppi giri di parole il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso dell’audizione alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione. Cantone mette in lucce tutte le storture che hanno accompagnato in questi anni l’assegnazione dei bandi e la gestione degli immigrati e richiedenti asilo giunti sul territorio italiano, sottolineando il ruolo e gli interessi in gioco di mafie e organizzazioni criminali. Emblematico il caso del Cara di Mineo, interessato da una verifica dell’istituto presieduto da Cantone nel 2015: “Ci sembrò un bando costruito per escludere la concorrenza”, spiega il magistrato, “ci mancava che ci scrivessero nome del vincitore, fatto su misura. Indicammo subito al Cara l’esistenza di questa patologia, verificammo fuoco di sbarramento, una vera resistenza del Cara che si rifiutò di revocare il bando dove ci fu un unica offerta con un ribasso del 1 per cento”.

Ora a rischiare il commissariamento è un altro Cara, quello di Crotone, per il quale l’Autorità presieduta da Cantone “si attiverà per valutare se ci sono i presupposti per un commissariamento. Bene ha fatto il ministro dell’Interno Marco Minniti a disporre un’ispezione al Cara, di cui l’Anac, chiederà di avere i risultati”. La presenza di “situazioni patologiche e la necessità di controlli” per Cantone parte da lontano, ben prima dell’inchiesta di mafia capitale. Come dimostrarono le ispezioni al Cara di Mineo, dove si evidenziò come “il settore servizi sociali, medaglia di quel volontariato così forte in Italia,  era stato macchiato da interessi. Abbiamo svolto  accertamenti, per poi mettere in campo regolamentazione, da casi specifici trovare regole per evitare di ripetere cose patologiche”. Per Cantone parlare di immigrazione come di “emergenza è ridicolo”, poiché “l’accoglienza è un problema di organizzazione”. A tal proposito il presidente dell’Anac “bisogna prevedere strumenti che ne consentano una gestione a regime. I contratti quadro, ad esempio, non comportano spese per la pubblica amministrazione, possono essere azionati quando necessario”, mentre l’idea di istituire albi di fornitori delle strutture permetterebbe di evitare “la presenza di organizzazioni mafiose che hanno ora buon gioco a mettere i loro interessi nel settore”.

Un caso emblematico è quello che emrge dalle indagini della Procura di Napoli. Cantone spiega come “Ala di riserva, una onlus assolutamente falsa, messa su da un pregiudicato aveva utilizzato soldi per comprare beni in Montenegro e utilizzava sottoscale e cantine per ospitare i migranti. Gli appalti erano stati dati senza controllo preventivo successivo e nessuna gara nel 2013. Forse perche spesso chi ti dà la soluzione del problema è benvenuto senza farsi molti domande su come lo fa”. Come spiega Cantone “non esistono reali meccanismi di controllo visto che i pagamenti vengono fatti sulla base dei migranti ospitati”. E così si creano situazioni dove la malavita la fa da padrona, con immigrati sfruttati dai caporali nei campi per pochi euro l’ora e con le cooperative che si intascano i soldi che sarebbero invece destinati a fornire agli immigrati un’istruzione, corsi di italiano, attività che spesso non vengono svolte.

Per non parlare dell’assenza dei controlli, come dimostra la gestione del centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto a Roma, dove al termine di un controllo a sorpresa della Guardia di Finanza si scoprì che la rendicontazione degli ospiti veniva fatta su autodichiarazione, con “problemi sulla verifica dei soggetti assistiti e con la procura a sottolineare problemi a fare le verifiche”. Una situazione disastrosa quella tracciata da Cantone, che ringrazia Minniti per il lavoro svolto ma spiega come la luce in fondo al tunnel sia ancora lontana: “Nel decreto la divisione in lotti  è diventato strutturale, strumento utilissimo per evitare patologie, plaudo al decreto che mette punti fermi specifici ma ci sono ancora problemi sulla fase successiva. La fantasia dei truffatori è fervida”.

Davide Romano

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