Roma, 4 mar – Italia con il fiato sospeso in attesa de monitoraggio di domani: diverse regioni rischiano la zona rossa e il governo Draghi è già al lavoro su possibili nuove restrizioni, dal coprifuoco anticipato ad ulteriori divieti di spostamento. Il nuovo Dpcm, in vigore da sabato 6 marzo fino al 6 aprile, potrebbe essere già “vecchio”, superato dal quadro epidemico. Come se non bastasse la stretta sulle scuole – con i governatori che in base ai contagi e a prescindere dal colore della regione possono chiuderle tutte, dalla materna alle superiori – l’esecutivo sta valutando una serie di ipotesi che somigliano paurosamente al lockdown dell’anno scorso. Confinamento generale che – sia chiaro – con le regioni in rosso, è comunque inevitabile.
Tutte le regioni che rischiano di finire in zona rossa
Tanto per cambiare, il ministro della Salute Roberto Speranza si straccia le vesti: è convinto che i numeri della pandemia andranno a peggiorare. Domani l’indice Rt nazionale sarà sopra 1 e potrebbero scattare nuove zone rosse. Molise e Basilicata lo sono già, mentre sono arancioni Abruzzo, provincia autonoma di Bolzano, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, provincia autonoma di Trento e Umbria. A rischiare di più di passare in zona rossa (con relativo lockdown) sono Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Campania e Abruzzo. Calabria, Friuli Venezia Giulia e Veneto potrebbero diventare arancioni. Lazio e Puglia sono in bilico. Il governo dal canto suo si prepara a nuovi stop agli spostamenti, alla chiusura di tutte le scuole, dei bar, dei ristoranti e dei negozi. E si prepara a erogare i ristori il prima possibile, almeno secondo quanto promesso.
Nuove restrizioni in arrivo, Bonaccini: “Limitazioni da zona arancione non bastano più”
A metterci il carico – come si suol dire – il presidente della Conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini, secondo il quale “le limitazioni da zona arancione, a differenza di quanto avveniva un mese fa, non sono più sufficienti“. Per il governatore dem dell’Emilia-Romagna, “se rimanessimo fermi, la curva epidemica continuerebbe a crescere incontrastata”. E Guido Bertolaso, consulente della Lombardia per il piano vaccinale, teme che l’Italia intera, Sardegna esclusa, stia andando “a passi lunghi” verso la zona rossa. A preoccupare sono le varianti del virus, che possono rallentare la campagna vaccinale, di per sé ancora lontana da livelli accettabili di efficienza, complici anche i ritardi sulla consegna dei vaccini. A tal proposito, il premier Draghi ieri ha sentito la presidente della Commissione Ue von der Leyen, chiedendo una accelerazione.
Domani il vertice Gelmini-Regioni con Figliuolo e Curcio
Mentre mezza Italia vira verso il rosso, occhi puntati sul piano vaccini dunque. Domani il vertice tra il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e le Regioni, al quale parteciperanno il nuovo commissario per l’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, e il nuovo capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. “L’auspicio di tutti – sottolinea Bonaccini – è una svolta nelle forniture” che però dipende dalla Ue e da quanto Bruxelles riuscirà a fare pressione sulle case farmaceutiche.
Adolfo Spezzaferro