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Coronavirus, “razzismo” contro gli italiani e frontiere chiuse: il cortocircuito dei globalisti

by Lorenzo Zuppini
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coronavirus razzismo

Roma, 26 feb – Gli antirazzisti non si sono fatti sfuggire l’occasione per bacchettare l’Italia intera, dall’alto della loro specchiata moralità che gli ha permesso di sedere sulla cattedra riservata ai migliori. Secondo loro, l’epidemia del coronavirus, che ha reso l’Italia la terza nazione al mondo in quanto a soggetti infettati, dovrebbe farci aprire gli occhi su quanto siano indecorose le misure protezionistiche adottate dagli altri paesi nei nostri confronti. Insomma, ora che stiamo provando sulla nostra pelle gli orridi effetti della chiusura delle frontiere, a maggior ragione dovremmo spalancare le nostre più di quanto non sia già stato fatto. Noi italiani portatori di coronavirus (che comunque è nato in Cina, dove il partito comunista ha omesso per settimane di comunicarlo al mondo) siamo oggi trattati come quei trogloditi di sovranisti vorrebbero trattare gli immigrati afro-islamici che si riversano sulle nostre coste, ossia impedendogli di approdarvi.

Chiudere le frontiere: buonsenso 

Che orrore tutto ciò: persone, clandestini e malattie hanno il pieno diritto di girovagare per il mondo intero, portandosi dietro le migliorie che gli autoctoni non possono neanche sognarsi. Tanto per cambiare, e per rimanere su questo binario, il ministro della Salute Speranza (il cui nome, in questa situazione, risulta ironico) ha dichiarato che non verranno chiuse le frontiere italiane perché si tratta di una scelta insensata, sciocca e ovviamente un po’ razzista. E mentre Speranza parla, i milioni di lavoratori cinesi in Africa aumentano la possibilità che il virus di diffonda anche nel continente nero di Edoardo Vianello. Alla fine dei conti dalla Cina non si può giungere in Italia direttamente ma lo si può fare utilizzando uno scalo europeo, e dall’Africa, che pullula di cinesi, è possibile approdare sulle coste italiane tramite l’aiuto delle Ong senza subire alcun controllo.

Queste dovrebbero essere le misure intelligenti di prevenzione varate dal governo per evitare una pandemia e utili a rassicurare gli italiani e il mondo intero sull’ottima condizioni cui versa il nostro Paese. In tutto ciò, il presidente del consiglio se la prende con i governatori delle regioni del Nord accusando l’ospedale di Codogno di non aver seguito i protocolli, favorendo così la diffusione del virus: peccato che nel primo caso registrato, il paziente è stato rimandato a casa dall’ospedale perché presentava solo febbre e non difficoltà respiratorie, come prevedeva il protocollo emanato dal governo. Qui l’improvvisazione fa da padrona, ed è ovvio che i professionisti dell’antirazzismo sguazzino in questo caos per impartire le loro lezioncine agli scolaretti indisciplinati.

Come il presidente della Toscana Enrico Rossi, che si ostina a non voler prendere misure preventive verso la comunità cinese di Prato, ove stanno rientrando e rientreranno duemila persone provenienti dalla Cina di ritorno dal capodanno cinese. La lezione di antirazzismo consiste nel lasciarli liberi di autogestirsi, senza quindi imporre loro controlli o quarantene. Dei circa seicento clandestini cinesi presenti a Prato, Rossi non saprebbe cosa farsene in caso di quarantena obbligatoria, quindi tanto meglio abbattere muri e pregiudizi lasciandoli al loro (e al nostro) destino. Siamo al paradosso che, dopo la fuga dei buoi, il recinto non viene neanche chiuso, ché tanto non servirebbe a niente.

Le misure “anti-italiani” degli altri

Mentre i nostri antirazzisti blaterano, l’Austria potrebbe iniziare nuovamente a bloccare i treni provenienti dall’Italia per via di due tamponi risultati positivi ieri, di cui uno effettuato su un paziente proveniente dalla Lombardia. La Gran Bretagna ha imposto l’autoisolamento a chiunque arrivi da nord di Pisa, Firenze, Rimini e presenti anche leggeri sintomi dal coronavirus. Il ministro dell’Istruzione francese ha equiparato gli studenti di ritorno da Lombardia e Veneto a quelli provenienti dalla Cina. L’ultima riunione dei ministri della Sanità europei risale a due settimane fa e si è conclusa con la dichiarazione della commissaria alla Sanità Stella Kyriakides secondo la quale “l’Europa rimarrà vigile”. Assai poco incoraggiante dato che il famoso trattato di Schengen è di fatto stato messo in discussione dai paesi membri che non ne vogliono sapere di libera circolazione delle persone quando un Paese sforna infetti. Ancor meno incoraggiante se il governo italiano balbetta a vuoto, in preda al solito narcisismo antirazzista che pone all’ordine del giorno il rispetto della correttezza politica.

Lorenzo Zuppini

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5 comments

Sergio Pacillo 26 Febbraio 2020 - 12:54

Adesso le frontiere esistono e come.
Provate ad entrare nel Vaticano.
Se fanno problemi al varco, ricordate alle guardie gli appelli del loro capo sull’accoglienza.

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SergioM 26 Febbraio 2020 - 2:33

Fanno con noi quello che AVREMMO DOVUTO fare con chi arrivava dalla Cina …. NON ai cinesi
idioti antirazzisti !!!!! a CHI ARRIVAVA dalla Cina !!!!!!
devo ripeterlo 3 volte alla Sgarbi perchè i Grullo-Catto_kom capiscano ????

…. già …. i COGLIONI di SX non hanno un cervello ….. a che servirebbe ripetere ???
meglio , hanno solo UN cervello ….. credo che ora sia ‘in tà capa di Renzi …..

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Coronavirus, abbonamento gratis al sito hard per chi è in quarantena: "Arginiamo il contagio" | Il Primato Nazionale 26 Febbraio 2020 - 6:25

[…] poco inaspettato, per chi in queste ore si ritrova molto tempo per le mani a causa dei divieti che impediscono la libera circolazione. L’abbonamento premium di Xhamster sicuramente offrirà svago a molti dei residenti nelle […]

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Francesca Arena 28 Febbraio 2020 - 9:44

Buttate anche Voi fuori gli stranieri. Non fatevi trattare cosi. Questi sono gelosi della buona reputazione italiana. Perche’ si sentono inferiori. Questa non e’ un epidemia di animali o di cibo. Questa e’ un epidemia chimico biologica partita da qualche bomba o esperimento biologico nucleare Che ha colpito tutta l’ umanita’ generando malattie respiratorie colpendo le persone piu’ vulnerabili.

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