Ma gli addetti ai lavori si difendono: “La presenza di tracce di glifosato nella misura trovata dalle analisi di Test- Salvagente non rappresenta alcun rischio per la salute. Le quantità rilevate sono così minime che non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità sanitarie neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno”, ha precisato in una nota Aidepi, Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana. “Le autorità sanitarie – sottolinea Aidepi – rassicurano sull’assenza di rischi per la salute in caso di presenza di tracce di glifosato al di sotto dei limiti di legge, fissati in modo cautelativo a tutela della salute. Nel caso della pasta, nei pochi campioni in cui è stato trovato, si tratta di tracce davvero minime, quasi al limite della rilevabilità (al massimo 0,160mg/kg), molto al di sotto di tutti i limiti massimi di residuo stabiliti dalle norme europee per gli alimenti”.
“Con queste tracce – aggiunge Aidepi – e in relazione al livello massimo di assunzione giornaliera di glifosato per l’uomo fissato dall’EFSA in 0,5 mg/kg, per assumere quantità di glifosato che possano costituire un rischio per la salute si dovrebbero mangiare più di 200 kg di pasta al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno. Un consumo che non ha alcun riscontro nella realtà. Insomma le tracce riscontrate nella pasta sono così insignificanti che anche se mangiassimo tutti i giorni quasi 10 volte la pasta che consumiamo in un anno, saremmo ancora ben al di sotto dei limiti – cautelativi – fissati dalle norme europee”.
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