Bologna, 27 apr. – Igor avrebbe 36 anni. Sarebbe nato nel 1981 a Subotica, nel nord della Serbia non lontano dal confine con l’Ungheria. Sono queste le ultime notizie che arrivano dalla Serbia sul killer di Budrio, ricercato numero uno da 26 giorni a questa parte nelle campagne della Pianura Padana al confine tra le province di Bologna, Ferrara e Ravenna. In tutto, 1200 uomini che passano al setaccio 40 chilometri quadrati di campi e irrompono con blitz mirati in casolari e cascine abbandonate insieme ai cani molecolari.
Proprio il proprietario di uno di questi casolari, sito tra le province di Bologna, Ferrara e Ravenna, ha denunciato la sparizione di un kit di pronto soccorso, con bende, garze e disinfettante. Il proprietario non sa dire a quando risalga il furto, ma se n’è accorto solo nei giorni scorsi. Gli agenti stanno verificando se il contenuto di quel kit sia quello trovato l’8 aprile nel Fiorino abbandonato a Molinella dopo l’omicidio della guardia ecologica.
Tra gli agenti che cercano il killer anche i cacciatori di Sardegna esperti nelle ricerche di latitanti solitari. Una caccia che allo Stato costa 200 mila euro al giorno, tra stipendi da erogare, straordinari, spese per vitto e alloggio dei militari, e mezzi. Igor/Norbert, però, non si trova, sembra essere un fantasma. Solo i cani fiutano le sue tracce. I militari aspettano un suo passo falso, che non arriva. Si pensa che il serbo di giorno dorma e di notte fugga. E si teme che qualcuno lo stia aiutando.
Nelle ultime ore un altro inquietante sospetto si sta facendo avanti. Durante la trasmissione Rai “Chi l’ha visto?” è stata evidenziata una presunta somiglianza tra il killer in fuga e uno dei due banditi della rapina a mano armata alla stazione di servizio di Stabio, nel Canton Ticino, del 18 aprile scorso. Per ora a interrogarsi se Igor sia uno dei banditi di Stabio è la stampa svizzera, anche perché la somiglianza tra le foto che si hanno di Igor/Norbert e quelle dei banditi diffuse dalla polizia svizzera non è poi così evidente. Ma ogni pista rimane aperta.
Nonostante la fama di Igor e quella della sua spietatezza siano note a tutti, il fenomeno del turismo dell’orrore è arrivato anche nel ferrarese. Sono molte le persone che negli ultimi giorni vanno ala ricerca degli scenari in cui si sono verificati gli avvistamenti del killer e si fanno un selfie. I carabinieri hanno dovuto allontanare più volte i curiosi che intralciavano le ricerche o si mettevano a scattare foto davanti ai casolari ispezionati.