
L’apparizione provvidenziale di una pattuglia dei carabinieri ha evitato che il confronto a distanza degenerasse, ma tanto è bastato per spingere il giudice a ragionare sulla necessità di essere armati: “Se fossi stato armato, come è mio diritto e come sarò d’ora in poi, che sarebbe successo se, senza l’intervento dei carabinieri, le due facce proibite a bordo della Bmw mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare?”, si chiede. E aggiunge: “Se avessi sparato, avrei subito l’iradiddio dei processi – eccesso di difesa, la vita umana è sacra e via discorrendo – da parte di miei colleghi che giudicano a freddo e difficilmente – ed è qui il grave errore – tenendo conto dei gravissimi stress di certi momenti”.
Il problema della legittima difesa “è un problema di secondo grado – accusa Mascolo – come quello di asciugare l’acqua quando si rompono le tubature. Il vero problema sono le tubature. E cioè: lo Stato ha perso completamente e totalmente il controllo del territorio, nel quale, a qualunque latitudine, scorazzano impunemente delinquenti di tutti i colori”. Per il giudice, “la severità nei confronti di questi gentiluomini è diventata, a dir poco, disdicevole, tante sono le leggi e le leggine che provvedono a tutelarli per il processo e per la detenzione e che ti fanno, talvolta, pensare: ma che lavoro a fare?”.
Giuliano Lebelli