Roma, 24 mar – E’ un sabato ad alta tensione quello che attende Roma, decisamente non privo di rischi. La capitale sarà infatti blindata in occasione delle celebrazioni del 60esimo anniversario dei Trattati che nel 1957 istituirono la Comunità economica europea e la Comunità europea dell’energia atomica. Se il pericolo terrorismo era contemplato già da tempo, con l’attentato di Londra l’allarme è ancora maggiore. La tensione è percepibile da giorni a Roma, con il Comitato di analisi strategica antiterrorismo che ha introdotto un “ulteriore rafforzamento dei controlli nelle aree dove si svolgeranno le cerimonie“. Un particolare monitoraggio è ovviamente previsto nelle aree con maggior afflusso di persone e in città saranno schierati 5 mila uomini delle forze dell’ordine, compresi artificieri, tiratori scelti e unità cinofile coadiuvati da un centinaio di droni videocamere.
La capitale sarà divisa in tre aeree: la zona blu (che sarebbe la classica zona rossa in caso di eventi ad alta tensione come questi, ma è stato scelto il colore della bandiera europea per rendere omaggio ai Trattati) dove si svolgeranno le celebrazioni ufficiali, vietata al traffico veicolare dalla mezzanotte di sabato e ai pedoni accetto gli “aventi titolo”. La zona verde, circostante il Quirinale e già vietata a veicoli e pedoni dal 7 marzo fino a domenica 26. A queste due aeree blindate si aggiunge un‘ampia no fly zone.
Ma oltre all’allarme terrorismo è il pericolo “black bloc” ad agitare il sonno dei cittadini romani e delle forze dell’ordine. Al di là delle ipotizzate infiltrazioni resta il solito copione dei centri sociali, che ad ogni evento di una certa rilevanza mediatica e istituzionale tendono a riproporre lo schema dei globalizzati no global a tempo perso tanto per alzare la tensione e farsi notare dall’eletto padrone di turno. Il ministro dell’Interno Minniti ha dichiarato che “la situazione non presenta particolari picchi di preoccupazione, anche se non possiamo sottovalutare nulla”. Promettendo una linea dura: “libertà di espressione, democrazia, ma nessuna violenza ammessa, perché quella limita la libertà dell’altro”. E siccome a primavera si svegliano tutti baldanzosi, dal letargo della politica emergono varie sigle che nella capitale si divideranno il recinto della contestazione per un giorno, dal neonato movimento di Storace e Alemanno al Partito Comunista. Non vi fossero i reali pericoli sopra menzionati, verrebbe giusto da sbadigliare.
Eugenio Palazzini