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Ma oltre all’allarme terrorismo è il pericolo “black bloc” ad agitare il sonno dei cittadini romani e delle forze dell’ordine. Al di là delle ipotizzate infiltrazioni resta il solito copione dei centri sociali, che ad ogni evento di una certa rilevanza mediatica e istituzionale tendono a riproporre lo schema dei globalizzati no global a tempo perso tanto per alzare la tensione e farsi notare dall’eletto padrone di turno. Il ministro dell’Interno Minniti ha dichiarato che “la situazione non presenta particolari picchi di preoccupazione, anche se non possiamo sottovalutare nulla”. Promettendo una linea dura: “libertà di espressione, democrazia, ma nessuna violenza ammessa, perché quella limita la libertà dell’altro”. E siccome a primavera si svegliano tutti baldanzosi, dal letargo della politica emergono varie sigle che nella capitale si divideranno il recinto della contestazione per un giorno, dal neonato movimento di Storace e Alemanno al Partito Comunista. Non vi fossero i reali pericoli sopra menzionati, verrebbe giusto da sbadigliare.
Eugenio Palazzini