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Il vampiro Battaglia e il Duce. Torna in edicola il fumetto nero

by Davide Trovato
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battaglia-fumetto94-423x600Milano, 07 mag – La “vita naturale” di Pietro Battaglia finisce sul fronte italo-austriaco, durante la prima guerra mondiale. Da lì in poi il soldato siciliano si trasformerà in un vampiro, pronto a tornare sul “fronte” italiano, attraversandone la storia in lungo e in largo.

Nato vent’anni fa dalla mente di Roberto Recchioni (Dylan Dog, Orfani) e Leomacs (Tex), torna oggi in edicola – in una nuova mini-serie a fumetti di quattro storie – il vampiro siciliano assassino, Pietro Battaglia. Sarà lui ad affrontare i momenti più oscuri della storia italiana, dal rapimento Moro alla strage di Ustica, ovviamente sempre e solo per proprio tornaconto personale. Così nel primo numero, La figlia del capo, Battaglia dovrà proteggere Edda Ciano da suo marito Galeazzo, per ordine diretto di Benito Mussolini.

Gia dalle prime tavole, ma se vogliamo anche semplicemente tenendolo in mano, ci si accorge di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso dal classico “fumetto”. Il formato utilizzato infatti è il cosidetto “formato Diabolik” (12 x 17 cm), ed il tratto “noir”, così come le caratteristiche del personaggio, fanno tornare alla mente qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo già visto in un passato non proprio prossimo.

Come anticipato infatti, in principio fu Diabolik e galeotta la stazione di Milano Cadorna: la “leggenda” narra che Angela Giussani, moglie dell’editore Gino Sansoni – fondatore della Casa Editrice Astoria e giovane squadrista quattordicenne – avesse in mente di creare un fumetto per la sua piccola casa editrice, l’Astorina. La Giussani, osservando tutti i giorni i pendolari della Stazione di Milano Cadorna vicino alla quale viveva, pensò di realizzare un fumetto “tascabile”, facilmente trasportabile dai viaggiatori. E proprio su uno di quei treni la giovane editrice trovò un vecchio libro di Fantomas, prendendo l’idea per il personaggio di un criminale inafferrabile e maestro del travestimento. Nacque così nel 1962 Diabolik e si diede il via alla stagione del fumetto nero italiano.

Da lì in poi fu un proliferare di anti-eroi con nomi “esotici” – si era soliti all’epoca sostituire alcune consonanti con le corrispettive straniere “k”, “x” e “j” – come Kriminal e Satanik. Naturalmente però non ci volle molto prima che un certo buonismo borghese mettesse alla berlina i “nostri”: in breve i mass media diedero il via ad un ondata di processi nei confronti di questi fumetti popolari, accusati di plagiare la mente dei più giovani. I personaggi in questione, asserivano, erano eroi negativi che infrangevano la legge e la morale comune, strizzando più volte l’occhio ad un certo erotismo casereccio. Arrivarono quindi i primi processi e i sequestri della magistratura, ed in breve si concluse – non senza il rammarico di migliaia di fan – la stagione del fumetto nero.

Oggi in realtà diremmo che quei fumetti erano lo specchio della società dell’epoca. E questo ciò che spaventava di più. Più facile e adatto alle giovani menti leggere di eroi positivi – Superman o l’Uomo Ragno – che presentare modelli anti-conformisti e poco inclini all’obbedienza. Una logica che purtroppo ancora oggi tende a ripetersi con altre forme d’arte: basti pensare alla musica o al cinema, per non parlare dei videogames. Eppure sono quelli i personaggi a noi più cari. Quei mostri di “ferro, di carne e di spirito” – come scriveva Jean Cau riferendosi ad un altro tipo di anti-eroe – capaci di avanzare sempre, con le proprie armature e il proprio destriero, in un paesaggio di rovine.

Quindi al di là della storia più o meno romanzata, in cui come è ovvio un vampiro si muove, non possiamo che augurare il bentornato a Pietro Battaglia e perchè no alla stagione del fumetto che ci auguriamo sia sempre più “nero”.

Davide Trovato

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