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Difesa: L’industria europea punta allo sviluppo di un sistema d’arma a pilotaggio remoto

by Cesare Garandana
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horizon2020Roma/Berlino/Parigi, 22 mag. – Alenia Aermacchi, Dassault Aviation ed Airbus Defence hanno consegnato ai Ministeri della Difesa di Italia, Germania e Francia, una proposta per portare avanti un programma per un UAS (Unmanned Aerial System)europeo.

L’offerta, che segue la prima dichiarazione a favore dello sviluppo di un drone europeo, presentata in occasione del Salone Aeronautico di Parigi del 2013, prevede una Fase di Definizione del progetto, già elaborata da team di sviluppo congiunti delle tre aziende e supportata da un accordo industriale tra le tre aziende per la suddivisione degli investimenti e del lavoro per lanciare il programma MALE 2020 (Medium Altitude Long Endurance).

Ovviamente i CEO delle ditte hanno commentato positivamente l’accordo. “Intravvediamo una chiara opportunità per le forze aeree di avvalersi di un sistema autonomo per la sorveglianza in grado di rispondere ai requisiti operativi del futuro. E’ questo il momento di spingere la tecnologia oltre i livelli attuali e garantire così la capacità all’Europa di sviluppare una nuova generazione dei sistemi aerei da difesa mantenendo nell’ambito della nostra industria l’attuale elevato livello di talento e esperienza.” Ha dichiarato L’amministratore delegato di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo.

Secondo Bernhard Gerwert, CEO di Airbus Defence and Space, con questo accordo “abbiamo raggiunto una importante pietra miliare per lo sviluppo di un drone di tipo MALE europeo la cui necessità per le nostre forze armate è indiscutibile. Siamo fortemente motivati a portare avanti le trattative con i Ministeri della Difesa e speriamo di poter presto lanciare questa prima fase del programma.”

Dello stesso tono le parole di Eric Trappier, CEO di Dassault Aviation, che ha affermato: “Si tratta di un’occasione unica per sviluppare in Europa questa risorsa strategica. Per la prima volta, con il programma MALE2020, l’industria dà il via ad un progetto con un pieno accordo in merito alla generale suddivisione delle responsabilità. La proposta per la Fase di Definizione è stata elaborata da un team di progettazione congiunto, a dimostrazione del forte impegno della nostra industria nei confronti di questo programma.”

Questa priva fase prevede la stesura ed il consolidamento dei requisiti, concordati tra Nazioni, forze armate ed industria, della nuova piattaforma. Questo dovrebbe garantire una limitazione dei successivi costi di sviluppo e produzione. A seguito della finalizzazione di questa Fase di Definizione, le nazioni saranno poi chiamate a concordare le ulteriori fasi di sviluppo di un UAS europeo.

il piano delle industrie indica che una soluzione affidabile e certificabile potrebbe essere pronta per il 2020.

In una nota, l’azienda italiana comunica che “molte nazioni europee da tempo hanno definito un requisito per sistemi a pilotaggio remoto avanzati. Gli stessi risultati del Summit sulla Difesa Europea tenutosi nel dicembre del 2013 fanno un chiaro richiamo ad un urgente necessità di questo genere di sistemi. Le conclusioni del Consiglio Europeo riconoscono lo sviluppo di un UAS di categoria MALE, Medium Altitude Long Endurance, come la principale risorsa per la difesa europea del futuro. Alla luce della crescente dipendenza degli stati europei da equipaggiamenti della difesa di produzione extra europei – continua nella nota- le principali aziende aeronautiche d’Europa, lo scorso giugno, hanno lanciato una richiesta congiunta di supporto alle capacità sviluppate nell’ambito delle aziende europee e, dunque, alla sovranità del continente in relazione alla realizzazione dei futuri sistemi aerei da difesa.”

Dalle parole sopra riportate si evince un forte interesse da parte dell’industria al proseguimento del progetto, ora lo stesso interesse deve essere dimostrato da parte delle Nazioni, affinché supportino come si deve questa iniziativa che non ha solo grandi impatti nel settore Difesa ma anche nello sviluppo tecnologico e nell’ aumento dell’occupazione nella regione europea.

 

Cesare Dragandana.

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