
La struttura produttiva cinese mostra comunque i muscoli, se non altro perché dati del genere sono in ogni caso ragguardevoli e, soprattutto, del tutto fuori dalla portata europea ed americana, le cui economie continuano invece ad arrancare.
Ciò che preoccupa maggiormente, semmai, sono i dati di più lungo periodo. A deludere è la produzione industriale, che a marzo è cresciuta del 5.6% su base annua, a dispetto di una previsione che la vedeva in linea con la variazione del prodotto interno lordo. Scendono anche gli investimenti fissi, saliti del 13.5%: un dato così basso non si vedeva del 2000.
Non sembrano dunque aver avuto, almeno per il momento, alcun effetto le misure espansive varate di recente dal governo, fra le quali il taglio dei tassi di interesse e la riduzione delle riserve bancarie obbligatorie.
Secondo le stime aggiornate del Fondo monetario internazionale, il Pil di quest’anno dovrebbe fermarsi al “solo” +6.8%, finendo così per vedere Pechino per la prima volta scavalcata dall’India, che è attesa crescere del +7.4%.
Filippo Burla