“L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e registra una diminuzione su base annua pari a -0,1%”, spiegano dall’istituto di statistica. La diminuzione è pari a questa registrata a febbraio, sempre con riferimento ai dati dello stesso periodo 2014.
Preoccupa il dato dell’inflazione cosiddetta “di fondo”, quella cioè calcolata escludendo i beni a più elevata volatilità di prezzo, che si riduce dal +0.6% di febbraio al +0.4% attuale.
“Rispetto a marzo 2014 i prezzi dei beni fanno registrare un’ulteriore attenuazione della flessione (-0,6%, da -0,9% di febbraio) mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi rallenta (+0,5%, da +0,8% del mese precedente)”, rilevano sempre i tecnici dell’Istat, evidenziando i dati contraddittori che ancora emergono dall’economia italiana.
Nessun effetto ancora apprezzabile da parte del quantitative easing lanciato dalla Bce proprio nel mese di marzo. Cumulativamente, l’inflazione (rectius: deflazione) acquisita per l’anno 2015 migliora sì, ma restando comunque in territorio negativo: -0.1% dallo -0.2% di febbraio.
Filippo Burla
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