Roma, 1 sett – Granarolo e Lactalis lanciano l’allarme: a fronte all’incremento dei costi energetici il prezzo del latte potrebbe superare i 2 euro al litro. Un fatto “impensabile” per un alimento primario e fondamentale per la dieta italiana.
Allarme latte
L’allarme è stato lanciato da Granarolo e Lactalis che in un comunicato congiunto hanno posto l’attenzione del governo su “la forte preoccupazione per un’inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario” e aggiungono “occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di imprese che compongono la filiera”. L’inflazione, spiegano i due gruppi , “ha toccato in maniera importante, con numeri a doppia cifra, quasi tutte le voci di costo che compongono la filiera del latte: alimentazione animale (aggravata dalla siccità che riduce sia i raccolti degli agricoltori sia la produzione di latte) che ha reso necessario un aumento quasi del 50% del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori, packaging (carta e plastica sono in aumento costante da mesi), ulteriori componenti di produzione impiegati nella produzione di latticini. “Oggi, però, la preoccupazione maggiore è rappresentata dall’incremento dei costi energetici che nelle ultime settimane sono aumentati a tal punto da rendere difficile trasferirli sul mercato, in un momento economicamente complesso per le famiglie italiane”, sottolineano. Un aumento vertiginoso dei prezzi che farà schizzare alle stelle il costo del latte e dei prodotti caseari.
Bene primario
Serve un intervento pubblico immediato per scongiurare un disastro per i consumi italiani. Il prezzo del latte per il consumatore è cresciuto raggiungendo gli 1,75/1,80 euro al litro (dato Nielsen) e potrebbe aumentare ulteriormente entro dicembre 2022. “È impensabile – continuano nella nota i due big – che un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo”. Un inverno freddo si avvicina, ma anche la dispensa potrebbe essere colpita pesantemente.
Sergio Filacchioni