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L’inchiesta Finmeccanica? Archiviata, con tanti saluti (e infiniti danni)

by Filippo Burla
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logo FinmeccanicaRoma, 1 ago – La procura di Busto Arsizio archivia il procedimento nei confronti di Finmeccanica nell’ambito dell’inchiesta sul presunto pagamento di tangenti per la fornitura di elicotteri AgustaWestland Aw101 all’India. Chiesta l’archiviazione anche per il procedimento relativo al filone del finanziamento illecito ai partiti.

Finmeccanica era finita al centro dell’indagine in base alla legge 231, che estende alle persone giuridiche la responsabilità per gli atti commessi dai propri dipendenti che operano in nome e per conto della società. Questo, a meno che la società stessa non abbia predisposto un sistema di controllo interno volto a prevenire l’insorgere di comportamenti che possono configurarsi come reato, sia civile che penale.

La doppia archiviazione sarebbe una buona notizia, non fosse che la reputazione dell’azienda è colata a picco. A chiedere di non andare oltre con il procedimento giudiziario sono gli stessi magistrati che due anni fa diedero Finmeccanica in pasto a giornali e opinione pubblica, saziando così i mai placati gli appetiti di manette. Come fu anche nel caso Guarguaglini,vero artefice della crescita del gruppo, prima indagato dalla procura di Roma e poi prosciolto quando ormai aveva rassegnato le dimissioni e la guida di Finmeccanica era già passata al più mansueto Giuseppe Orsi. Che non si salvò dalle mire dei giudici, tanto che rimane indagato (sempre a Busto Arsizio) insieme all’ex amministratore delegato di AgustaWestland, Bruno Spagnolini.

Nel frattempo Finmeccanica ha perso importanti commesse e addirittura, nonostante le infinite precauzioni per la vicenda dei Marò, è stata esclusa nello scorso febbraio da Defexpo, fiera indiana della difesa. Nessun giudice sarà chiamato a rimborsare queste perdite, sia economiche che d’immagine, nessun magistrato ammetterà la colpa (o il dolo) nell’aver preso decisioni avventate, segno di scarsa preparazione o, peggio, malafede. In assenza di un preciso quadro di responsabilità civile e, ancor di più, nell’inesistenza di una qualsiasi forma controllo ed indirizzo sui magistrati -come peraltro avviene in Francia e in Germania- da parte ministeriale, la ragion di Stato difficilmente potrà essere difesa dall’infinita sete di arresti eccellenti che si traducono quasi sempre, in fin dei conti, in un nulla di fatto. Mentre la manifattura pubblica viene ceduta al miglior offerente.

Filippo Burla

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