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RaiWay, i fondi angloamericani padroni dell’Etere

by Salvatore Recupero
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RaiWayRoma, 24 nov – La scorsa settimana sarà ricordata da tutti per la lotta fratricida tra Matteo Renzi e Maurizio Landini. Ma mentre quest’ultimi litigavano per contendersi il titolo di portavoce della sinistra nostrana, qualcosa di molto importante avveniva a Piazza Affari. Mercoledì 19 novembre c’è stato l’esordio brillante sul listino per RaiWay, che ha messo a segno un guadagno del 4,68% a 3,88 euro per azione. Alla faccia dei gufi! Le principali agenzie di stampa già il giorno prima annunciavano: “La domanda finale di titoli, nell’ambito dell’Ipo chiusa giovedì scorso, ha superato per 2,1 volte il quantitativo offerto: cedute 95 milioni di azioni con greenshoe, di cui il 12,5% a retail e dipendenti”.

C’è però un piccolo particolare da non sottovalutare. La parte del leone l’hanno fatta i fondi inglesi e americani. In prima fila c’era BlackRock, il fondo Usa che ha già investito in Unicredit, Telecom Italia e Generali. E che adesso potrebbe risultare primo socio di RaiWay dopo la Rai. A ruota si è posizionato Henderson, già socio di Anima. E dulcis in fundo, l’hedge fund Usa Amber. Avranno tutti delle quote corpose, ben sopra il 2% della controllata Rai. È chiaro che gli anglosassoni sono in prima fila con 55,5 milioni di azioni, il doppio rispetto alla richiesta degli investitori in Italia. Gli investitori richiedenti sono stati 27 in Italia e 42 all’estero.

Queste notizie non le sentiremo nei Talk Show. Sono argomenti da addetti ai lavori. Tamquam non esset. Tutto ciò è comprensibile. Quando il problema è arrivare alla fine del mese, l’unica notizia sulla Rai che interessa gli italiani è l’inserimento del canone nella bolletta della luce. Quindi è bene spiegare qual’è l’oggetto del contendere.

Cos’è RaiWay? E cosa sono i Fondi d’Investimento?

RaiWay, così come c’è scritto nella Home page del suo sito è: “La proprietaria della rete di trasmissione e diffusione del segnale RAI. Novanta anni a servizio della radio e della televisione. Gestisce un patrimonio tecnico di Know how e di infrastrutture che garantisce ai cittadini il servizio pubblico delle reti televisive e radiofoniche RAI. Principali attività sono: la gestione e lo sviluppo delle reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva per il cliente RAI, concessionaria italiana del servizio pubblico, attraverso il contratto di servizio RAI – RaiWay siglato in seguito al conferimento del ramo d’azienda. Poi servizi ai clienti business. Ossia il Tower Rental (l’ospitalità presso le infrastrutture di rete RaiWay degli impianti di operatori di telecomunicazioni, di enti della Pubblica Amministrazione o di altri broadcaster), la gestione dei servizi di trasmissione e trasporto dei segnali audio e video; la diffusione attraverso le proprie strutture dei segnali televisivi e radiofonici; la prestazione di consulenze ingegneristiche, per lo sviluppo delle reti, la valutazione di impatto elettromagnetico e la formazione tecnica”. In poche parole, abbiamo quotato in Borsa le antenne della Rai e i ripetitori delle nostre compagnie telefoniche. Così ci resta solo il piccione viaggiatore! È come se ci fossimo venduti la nuda proprietà di casa nostra senza aver neanche la clausola dell’usufrutto. Certo quando si è indebitati si fa di tutto. Ma vediamo chi sono i nuovi padroni dell’Etere, ossia quei Fondi d’Investimento precedentemente citati. Se ci limitiamo ad una definizione da dizionario possiamo dire che i Fondi di investimento sono istituti di intermediazione finanziaria che hanno lo scopo di investire i capitali degli azionisti. Ogni risparmiatore può infatti acquistare una quota del patrimonio collettivo, diversificando, tra l’altro, i propri capitali tra i vari mercati, settori economici ed aree geografiche. Nei grandi Fondi sopracitati non c’è spazio per il risparmiatore comune. Sarebbe come mettere un pesce rosso in una vasca di squali. Lì osano solo anonimi investitori che dietro a partecipazioni e complessi sistemi finanziari guadagnano anche se l’azienda su cui hanno investito va alla malora. Come le iene, sono sempre alla ricerca di nuovi cadaveri da spolpare. Per questo è stato un gesto di grande amor patrio mettere sul mercato le azioni di RaiWay.

Ma il Governo ha preso le sue precauzioni. Per evitare che l’operazione finanziaria prenda una brutta piega ci si è affidati come prassi alle banche amiche. A fare da controllori abbiamo schierato Banca Intesa, Mediobanca, Credit Suisse e Leonardo che intascheranno 8 milioni di commissioni per svolgere tale servizio. A questo va aggiunto il fatto che Banca Intesa e Mediobanca hanno il doppio ruolo di consulenti della quotazione e banche finanziatrici di una nuova linea di credito da 180 milioni, assieme a Bnp e Ubi. Ma guardando l’altra faccia della medaglia scopriamo che abbiamo fatto un affare. Se i marpioni della finanza ridurranno in cenere i nostri ripetitori avremo tutto da guadagnare. Senza la televisione e i nostri smartphone  passeremo le serate davanti al camino a raccontarci vecchie favole. Nelle case, allora, risuonerà: “C’era una volta un uomo con il volto pieno di nei che ricostruiva gli omicidi più feroci usando una strana casa per le bambole”.

Salvatore Recupero

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